Spaceman

Visto e considerato che
non ne potevano più della loro malasorte
incominciarono ad aggirarsi
come s’aggirò quel famoso spettro per l’Europa.
Tutti evidentemente erano dei disgraziati…
ma ciascuno lo era in maniera differente…
poichè la disgrazia colpisce i miseri,
ma con incredibile fantasia nelle forme.
Infatti c’era quello che aveva perso la casa
insieme a quello che più semplicemente aveva perso le chiavi di casa,
e c’era quello che aveva perso la memoria
e mò non si ricordava manco più che cos’è che si era perso,
c’era quello che aveva perso la ragione…
e insieme alla ragione aveva perso anche il torto.
E infine c’era quello che aveva perso tempo
e mò non c’aveva più tanto tempo da perdere…
e difatti fu lui che disse: “Attenzione!”

“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”

E nel mentre che s’aggiravano
come s’aggirò quel famoso spettro per l’Europa,
si trovarono a passare sotto le finestre di quelli
che una volta dicevano “Avanti Popolo!”,
e dicevano “Avanti Popolo” perché mandavano sempre davanti il popolo…
e loro se ne stavano indietro,
magari d’un passo magari d’un metro
perché loro ad andare avanti gli veniva da ridere.
E con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore
videro lo scompiglio nelle forze dell’ordine
che mò non erano più né tanti forti né tanto meno ordinate…
infatti erano scappati via i generali, tenenti, sottotenenti, nullatenenti,
perfino i Pompieri di Viggiù da qualche minuto
non c’erano più…
Erano velocemente scomparsi i galiardi soldati
che ringhiavano e mostravano i denti.
Per la strada si vedeva solamente qualche brigadiere in pensione
che mostrava la dentiera…
ma è risaputo che anche i militari sdentati
capiscono bene come va la situazione…
e si dicono sottovoce…


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“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”

Il capo dei capi delle polizie di tutti quanti gli eserciti riuniti
stava guardando in televisione un programma
sui gamberi in salsa rosa
quando ci fu una spiacevole interruzione…
il giornalista autorizzato dalla redazione
disse che il quiz del sabato sera,
il tirassegno sul negro che passa la frontiera,
il telegiornale di Paperino, il Grande Fratello
con suo cugino le olimpiadi di mazza fionda
non sarebbero più andate in onda
disse ” è saltata la programmazione…
che tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”

Cosi il capo dei capi della polizia e di tutti quanti
gli eserciti riuniti per la prima volta
durante la sua lunga carriera
si sentì di essere la persona sbagliata
nel posto peggiore,
lui che per tutta la vita era sempre stato cosi tanto sicuro di sé,
che le parole gli stavano in bocca
come famosi quadri dentro ad un museo,
adesso invece si vergognava
che in una giornata cosi piena di sole
sporcasse il muro con la sua ombra.
Quelli che si aggiravano come lo spettro s’aggirò per l’Europa
si fermarono in silenzio
poi cominciarono a fare il conto all’incontrario,
come la notte di capodanno e dissero
“meno 5
4
3
2
1″

-con un po’ di emozione-

“Gentili signori comincia la rivoluzione!”
“Gentili signori comincia la rivoluzione!”
“Gentili signori comincia la rivoluzione!”
“Gentili signori comincia la rivoluzione!”
“Gentili signori comincia la rivoluzione!”

Fred Wesley è un trombonista e compositore statunitense. I generi musicali di elezione di Wesley sono il jazz e soprattutto il funk; sono di rilievo particolare le sue collaborazioni con James Brown Clinton e Parker, con artisti del calibro di Ray Charles, Lionel Hampton, Randy Crawford, Vanessa Williams, The SOS Band, Cameo, Van Morrison, Socalled e De La Soul.

Nasce a Potenza nel 1931, si laurea in architettura all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel 1957, entra a far parte nello studio di Francesco Della Sala dove conosce Massimo Pica Ciamarra nel 1963; entrambi realizzarono insieme a Michele Capobianco, il Palazzo della Nuova Borsa Merci. Vive a Napoli da sempre, dove insegna presso la Facoltà di Architettura dell’Ateneo Federiciano. Artista e designer di rilievo internazionale. I suoi lavori sono presenti in numerose collezioni private e nei più prestigiosi Musei europei e d’oltreoceano (Musèe des Art Decoratifs, Parigi; Museo di arti decorative, Groningen – Olanda; Denver Art Museum, Denver-Colorado; Museo d’Arte, Montréal – Canada; Museo della Triennale di Milano). Dalisi appartiene a quella generazione di architetti, cresciuti sulle ceneri di un razionalismo ormai in crisi. Laureatosi a Napoli nel ’57, in pieno “razionalismo organico”, si è distinto come l’architetto inventivo. Allievo di Della Sala, che aveva lavorato con Gropius, imparò, da lui, l’incontentabilità: non essere mai soddisfatti dei risultati, lasciarsi stimolare anche dall’errore, una variabile che apre spazi mai programmabili. Negli anni sessanta si dedica anche al design realizzando un tavolo smontabile e riciclabile mentre nel 1969 diventa professore alla facoltà di architettura di Napoli e nel 1973 è uno dei fondatori del movimento dei Global Tools, che nasce come pura espressione del Radical design e di cui racconta origini e sviluppi nel n° 10&11 della rivista Spazioarte, curato da Ugo La Pietra e dedicato all’Architettura radicale. [1]. Sempre in quegli anni realizza opere di riqualificazione del Rione Traiano sfruttando la cooperazione con gli artigiani locali. Nel 1979, incaricato dalla ditta Alessi di produrre una versione della classica napoletana, inizia il suo lavoro di ricerca sulla caffettiera napoletana. Dai prototipi inventati nel quotidiano rapporto coi lattonai ed i ramaioli di Rua Catalana, Dalisi ha sempre sperimentato nuovi usi e funzioni per quello strumento che è ormai diventato il fulcro di un’opera buffa del design, premiata con il Compasso d’Oro 1981. Questa ricerca, che ha prodotto caffettiere di varie fogge e sculture che giocano con i sottintesi di quelle vecchie forme, sembra non avrà mai fine, come la manipolazione di un oggetto magico, che rivela ad ogni mossa del giocatore una parte nuova di sé e dell’uomo che lo muove. È stato come entrare nei sotterranei della storia d’un popolo, nell’anima di una città attraverso un processo di analisi storica e sociologica; la caffettiera si è animata, si è fatta produzione fantastica, espandendosi sempre più. Nel 1987 la caffettiera napoletana entra in produzione e Dalisi diviene internazionalmente noto.
E’ scomparso a napoli  il 9 aprile 2022