Spaceman

TestoYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou know that I’m leaving
It’s only for sureYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou’re like the beat of my heart
Beat goes on
Beat goes onYou know that I’m leaving
It’s only for sure

Lost Frequencies, pseudonimo di Felix De Laet (Bruxelles, 30 novembre 1993), è un disc jockey e produttore discografico belga.

Lost Frequencies, disc jockey di origine belga, è uno dei produttori emergenti della nuova generazione. Ha alle sue spalle la pubblicazione, nel 2016, dell’album “Less Is More”, ristampato due anni dopo come “Less Is More Deluxe”. Il suo primo singolo, “Reality” è uscito nel 2012, prodotto in collaborazione con Janieck Devy, lo ha introdotto al mondo della musica mainsteam, e gli ha permesso di pubblicare canzoni di grande successo sia con autori emergenti, come Sandro Cavazza, che con autori di fama mondiale, come James Blunt. Con quest’ultimo nel 2018 ha prodotto una canzone, intitolata “Melody”, che ha raggiunto la cima delle classifiche in molti stati. Di grande fama sono anche le canzoni “Beautiful life”, “Are you with me” e “Crazy”, singolo prodotto con Zonderling con il quale ha annunciato il debutto della label da lui fondata, la Found Frequencies, distribuita da Armada Music.

Esordio.

Il suo esordio al Cantagiro è letteralmente traumatico. Durante le varie esibizioni, nelle quali presenta la canzone Lei (non è per me), Dalla è oggetto di lanci di ortaggi e derrate alimentari. Gino Paoli ricorderà l’accaduto in un’intervista del 1979: «Fu un fiasco di rimarchevoli proporzioni: ogni sera raccattavamo una buona dose di fischi e di pomodori, uno spettacolo nello spettacolo, che durò quanto la manifestazione. Lucio, in ogni modo, si mostrò veramente un duro e non si lasciò abbattere».

Con barba

Con mantello e coppola

Lucio Dalla – Sylvie (1970)

Lucio Dalla – Nuvolari

Lucio visto da Pezzoli e Paoli

Lucio Dalla si confessa

Lucio Dalla « Ma sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto, / anzi si sentiva felice / e ricominciò il suo canto… » (Lucio Dalla, Caruso) La “confessione” di Lucio dalla che ascoltiamo in questo video è una delle piu’ interessanti e commoventi che esistano ,registrate in video . Siamo nel 1980 , a Genova ,appena prima del concerto al Palasport, in una tournè che lo sta portando in giro per l’Europa e dal quale sta riscuotendo un notevole successo di pubblico , dopo un periodo poco felice… Iniziamo dal set: è estate piena ,Lucio è in canottiera e bermuda , molto coule e deconcractè ,seduto sul lavello della sua station Wagon ,malamente attrezzata a camper, mette in mostra anzi esibisce e spesso gratta la sua stupenda e naturale pelliccia di pelo nero ed irsuto, fuma con il bocchino e getta la cenere oltre una fantomatica tendina del finestrino aperto. Malgrado il caldo terrificante, Lucio ha in testa il suo immancabile zucchetto di lana bleu ,(non ha ancora adottato il suo volutamente sgangherato parrucchino color marroncino ), sorseggia del vino rosè da un bicchiere di plasica . Siamo ben lontani dagli ovattati e lussuosi camerini dei teatri televisivi La macchina – camper è per strada e dai finestrini arrivano dei rumori piu’ improbabili. Lucio va a ruota libera , parla di sè , dei suoi sentimenti ,del suo carattare narciso, dice anche di trovarsi a disagio di fronte a situazioni ufficiali e quindi dichiara il suo disagio anche al suo intervistatore, che lui definissce piu’ volte formale e che incita , senza successo, ad uscire da questa maschera di ufficialità, per mettersi in gioco , sul lalto personale . Cerca di fargli una descrizione sommaria dei suoi precedenti , perfino gli strizza spessimo gli occhi ammiccanti , si esibisce in tipici esercizi di gola di sua recente memoria e che a noi ricordano molto da vicino “Nuvolari” o piuttosto la semplice giungla …ma tutto senza successo ,rispetto al suo impassibile intervistatore ! I contenuti di questa divertente “confessione” che noi, oggi , con il senno del poi , definiamo abbastanza commovente, li lasciamo giudicare a voi . Lucio Dalla, musicista di formazione jazz, è stato uno dei più importanti, influenti e innovativi cantautori italiani di sempre[2]. Alla ricerca costante di nuovi stimoli e orizzonti, si è addentrato con curiosità ed eclettismo nei più svariati generi musicali, collaborando e duettando con molti artisti di fama nazionale e internazionale]. Autore inizialmente solo delle musiche si è riscoperto, in una fase matura, anche paroliere e autore dei suoi testi[Nell’arco della sua lunghissima carriera, che ha raggiunto i cinquant’anni di attività, ha sempre suonato da tastierista, sassofonista e clarinettista, sua grande passione fin da giovanissimo. La sua copiosa produzione artistica ha attraversato numerose fasi: dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d’autore, arrivando a varcare i confini dell’Opera e della musica lirica .Inoltre è stato un autore conosciuto anche all’estero ed alcune sue canzoni sono state tradotte e portate al successo in numerose lingue. Poiché il cantautore non ha lasciato testamento, la sua eredità viene divisa tra i suoi cinque cugini di primo grado, a cui spetterà anche la decisione finale sulla fondazione in suo nome. In mancanza di una precisa volontà testamentaria, Marco Alemanno, compagno di Dalla e residente nella sua stessa casa da diversi anni, non ha legalmente diritto a parte di essa, stimata approssimativamente in 100 milioni di Euro e composta da: diritti d’autore su 581 canzoni (validi fino a 70 anni dalla morte dell’autore, ovvero fino al 2082), l’abitazione di 2400 metri quadrati in via D’Azeglio 15 a Bologna (probabile sede della fondazione, se i parenti decideranno di farla), la villa in Sicilia e alle Isole Tremiti e altri beni immobili ,come l’appartamento a Urbino e alcuni terreni in Abruzzo, una barca e le quote di partecipazione di due società. In occasione del Festival teatro canzone Giorgio Gaber svoltosi nel luglio 2012 alla Cittadella del Carnevale di Viareggio, durante il quale alcuni momenti sono stati dedicati al ricordo di Lucio Dalla, le Fondazioni Gaber-De Andrè hanno promosso un appello agli eredi dello stesso Dalla, affinché al più presto si possa procedere alla costituzione della Fondazione a lui intitolata. L’appello è stato sottoscritto da oltre 80 personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo

Lucio Dalla – Com’è profondo il mare

Prodotto da Alessandro Colombini e Renzo Cremonini, l’album è stato registrato negli studi RCA di Roma, con tecnico del suono Maurizio Montanesi, e negli Stone Castle Studios di Carimate, con tecnico del suono: Ezio De Rosa.
È il primo disco in cui Dalla è autore anche dei testi.
La canzone Treno a vela cita implicitamente i Krisma nella strofa che recita: «Poi c’è gente che viene dal Veneto / per vedere il cantante Patrizio / e il suo porno comizio», in riferimento al periodo in cui i Krisma, ancora con il nome Chrisma, frequentavano il genere della sexy disco

Kyoto (Copycat Killer Version) (Official Video)

Phoebe Lucille Bridgers (Ukiah, 17 agosto 1994) è una cantautrice e chitarrista statunitense.
Phoebe Bridgers ha pubblicato il suo EP di debutto, Killer, sull’etichetta discografica di Ryan Adams, PAX AM.
A inizio 2016 ha accompagnato Julien Baker in tournée.

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Rohan Stevenson appartiene alla categoria dei nuovi chitarristi talentuosi

Man mano che la nicchia della musica strumentale progressiva si allarga, ha bisogno di artisti di vera qualità per riempirla e questo album ne ha in abbondanza. Produzione gloriosa, musica eccezionale e, soprattutto per questo tipo di cose, una forte narrazione attraverso canzone.

La padronanza dello strumento di Stevenson è sorprendente, con legati mozzafiato, ampie note chiare e vibranti ma la vera forza di ‘The Zenith Rise’ è la coesione generale. Ogni traccia scorre nella successiva con la fluidità di un metallo liquido che scivola verso il crescendo. ‘The Only Way Out is Up‘, ‘Diamond Dust’e ‘Moonbow‘  sono le tre facce dell’eclittetico e poliedrico chitarrista.

Non è solo una lezione di perfezionamento con la chitarra, ‘The Zenith Rise’ è anche uno studio di epico songwriting, una suite di tracce che svela come la chitarra possa donare tensione e liberazione, oscurità e luce, riff pesanti e melodia alternate. Possiamo definirlo un platter di innovativa ed incredibile musica progressista.

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Mi ero ripromesso di scrivere in questo blog tutti i miei pensieri, ma la mancanza di tempo e la paura dell’ovvietà di essi, spesso mi fanno desistere. Ma l’episodio dell’arresto del Presidente della Regione Calabria di questa mattina ha tolto qualsiasi indugio.

Domenico Tallini (Forza Italia)

Da qualche giorno sto pensando spesso ad un vuoto nel nostro dizionario, manca una parola e mi piacerebbe coniarla e lasciarla in eredità all’umanità, come qualcosa che illumini le nuove generazioni, su alcuni atteggiamenti umani deplorevoli, che ancora non hanno una definizione.
Sono un uomo che ha vissuto ed osservato attentamente così tante stagioni sociali e politiche, da poter pensare di realizzare un idea così ambiziosa.
Nel significato di quel termine possono ricadere molti fatti che hanno già un nome come atti, spesso riconducibili a specifici articoli del codice penale.
Quello che manca è un termine che si basa sull’approccio psicologico e sociale che nel suo significato li racchiuda tutti.
Per fare un esempio prendiamo la signora che va a votare consapevolmente un noto esponente della camorra o della ndrangheta perché è convinta che gli “sistemino” la nipotina nella P. A., o che il suo terreno agricolo entri a far parte del piano regolatore comunale come edificabile decuplicando così il suo valore.
Questi casi hanno già un nome e rientrano nella fattispecie del voto di scambio.
Così il nostro biasimo cadrà sul politico o sulla forza politica che induce a questo atteggiamento, mentre solitamente la vomitevole e timorata signora la passa liscia, protetta del segreto delle urne, e dal fatto che pensa che il suo atteggiamento non sia riprovevole, perché cosi fan tutti.
A quanto pare non dovrà neppure confessare il suo peccato, perché non mi sembra che tra i Dieci comandamenti ci sia “Non votare la criminalità organizzata”, anche se per estensione analogica la fattispecie potrebbe ricadere sotto quella della “falsa testimonianza”.
Ma questi purtroppo sono solo cavilli e la signora pur avendo consegnato le chiavi della pubblica amministrazione alle mafie potrebbe passarla liscia anche con Caronte.
Forte di questo, la signora ostenterà le sue fruttuose capacità “politiche”, e nel tempo le sue “scelte elettorali” saranno quelle vincenti sul piano personale rispetto a quelle di chi ha usato il suo voto come uno strumento per migliorare la vita della collettività.
La signora ha migliorato la SUA qualità della vita, ha costruito la sua casa, sfreccia nel Suv, fa la spesa con i suoi abiti firmati, diventa un modello da emulare. Diventerà feroce contro chiunque voglia toglierle tutto questo, farà la guerra a tutti quelli che osano toccare gli “immacolati” prestanome della criminalità al potere.
Così alle prossime elezioni molte più persone vorranno consegnare le chiavi della P.A. (pubblica amministrazione) alle mafie, perché ognuno vorrebbe vedere i propri figli diventare medici, giornalisti Rai, dirigenti nelle P.A., ingegneri, avere i propri terreni nei piani regolatori, nonostante veti idrogeologici, poco importa degli altri, poco importa ad esempio se poi le mafie sotterreranno tonnellate di rifiuti tossici con la complicità dei politici collusi e corrotti, se l’amministrazione dei territori viene fatta a uso e consumo di pochi vessando tutti gli altri.
Poteri fare mille altri esempi sulle iniquità del nostro tempo, basati tutti sull’equivoco della Democrazia dei Sudditi e del familismo amorale.
Questa apparenza di democrazia non ha senso, perché mette al potere il peggio dell’umanità.
Queste persone, mi fanno pensare agli Zombie, che vivono la loro piccola vita ai danni della totalità della comunità sana che infettano gradualmente al loro passaggio.
Vorrei dare un nome a questi Zombie, che siano identificabili con un solo termine: massimo 6 lettere esattamente come zombie, un suono 2.0 come google e yahoo, ma mi viene in mente solo “merde”