Spaceman

Non so per quale motivo non riesco a non pensare a te,
anche quando faccio finta che non sei importante,
la mia mente non riesce a staccarsi da te,
anche quando mi ignori, dopo averti dato tutto me stesso,
mi lasci sempre li, col cuore a pezzi e i fiori in mano,
come un amante ferito, è sempre quello il premio,
Ma sei bellissima al mio sguardo,
piccola stella, volubile e amara.
non puoi sapere quante volte ho pensato
di allontanarmi da te, perchè sei ingiusta,
capricciosa, effimera.

Tuttavia, non riesco a non pensare a te,
alle tue mille facce,
ai mille cuori che battono per te ogni giorno,
ai loro sorrisi che mi riempiono l’anima,
alle tue mille verità,
alle tue mille bugie,
alla bramosia di qualcuno,
e la vanesia incapace di altri,
ai tuoi eroi di giornata,
che dimentichi presto,

Tuttavia sono in tanti quelli che non riescono a non pensare a te,
è scritto nei loro occhi, i miei stessi occhi,
nei loro gesti, i miei stessi gesti,
li riconosco hanno lo sguardo limpido, fiero, innocente.

non riesco a non pensare a te,
quando mi sei lontana ed ho bisogno di ritornare,
perchè è da te che ritorno, ogni volta,
a pochi passi dalle mie vere radici,
dalla mia gente, che mi chiama da sempre senza che io sapessi ascoltare
non riesco a non pensare a te, alle tue rughe, ai segni del tempo, ai segreti e ai dolori

che tanti piccoli uomini hanno lasciato sulla tua pelle, senza rispetto, senza pudore.
Sei bellissima, ma in pochi riescono a vedere quello che sei
non riesco a non pensare a te #‎perchévivoqui

Da piccolo, quando frequentavo la scuola elementare, nella mia classe c’era un ragazzo che faceva il pastore, era un po rissoso, ma data la mia stazza riuscivo a tenerlo a bada.
Un giorno era stranamente buono e disponibile, mi disse che doveva farmi vedere una cosa bellissima: “le pietre vive”.
Le avevo viste spesso tra le mani di alcuni miei compagni di classe, quelle bellissime pietre che si illuminano al buio, ne ero affascinato. Mi portò nei pressi del masso di fronte alle grotte. Li pascolava il suo gregge, tutti i giorni, da quando era nato. Camminava con una disinvoltura incredibile su uno strapiombo di 100 metri, io invece me ne stavo aggrappato ad un arbusto spaventato dall’altezza che mi provocava vertigini.
Il suo atteggiamento cambiò, divenne onnipotente, mi teneva con una mano sullo strapiombo e dovetti pregarlo un bel po per farmi liberare: ero terrorizzato.
Quella fu la lezione del “dove”. che cambia le carte in tavola, i colori e i valori, ogni volta che la ignoro, il prezzo è sempre lo stesso.