Oggi ho scoperto una nuova parola: Cosplay. Si tratta di quelle persone, per lo più ragazzi, che hanno un vero e proprio transfer con un personaggio di un manga, un game o un anime. Lo so, quelli della mia generazione già mi hanno perso, ma posso garantire che la lista delle parole che non capirebbero è lunga. Esiste un mondo parallelo, a noi sconosciuto, che spiega le tante ore passate davanti ad uno schermo da parte dei nostri ragazzi. Detto questo non posso farli e a meno di sentirmi vecchio, nonostante le conoscenze artistiche e tecnologiche, comincio ad avvertire il gap generazionale con i miei figli che ho cercato in tutti i modi di farli vivere nel mondo reale avvertendo il pericolo che puo dare una fortissima dipendenza dai giochi on line. E non so ancora se ci sono riuscito. Prima Age of Empire poi Metin, poi League of legend, passando per i vari scenari di guerra, hanno scandito la vita ed i giorni di molti ragazzi tra i quali i miei, che avrebbero potuto rispondere a tutte le domande che ho posto, in quanto padroni di quel mood e di quel linguaggio. L’unica cosa che posso fare è cercare di capire. Ho cominciato oggi, con i Cosplay al Comicon di Napoli
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