Zabriskie Point, diretto nel 1970 da Michelangelo Antonioni, rappresenta il secondo capitolo di una trilogia di lungometraggi realizzati dal regista in lingua inglese con attori principali stranieri, su commissione del produttore Carlo Ponti. Gli altri due titoli che completano questa serie sono Blow-Up (1966) e Professione: reporter (The Passenger, 1975). Nel caso di Zabriskie Point, Antonioni ha scelto di affidare i ruoli dei protagonisti a due neofiti non professionisti, ovvero Mark Frechette e Daria Halprin.
In un istituto universitario di Los Angeles si sta svolgendo un’assemblea studentesca, durante la quale i giovani stanno dibattendo sulle azioni rivoluzionarie da intraprendere. Mark partecipa per la prima volta a tale riunione, manifestando un atteggiamento poco entusiasta. Inaspettatamente, prende la parola e, ispirandosi a un intervento precedente, scherza sul pubblico dichiarandosi pronto a morire, ma certamente non di noia. Successivamente, lascia la stanza suscitando l’opposizione generale degli spettatori che condannano il suo comportamento come “individualista” e quindi antirivoluzionario. Nel frattempo, nell’atrio di un grattacielo appartenente alla Sunnydunes Development, un’importante azienda situata nei quartieri alti di Los Angeles, Daria, impiegata part-time come segretaria, chiede all’addetto alla sicurezza il permesso di recuperare un libro dimenticato.
Qualche giorno dopo, Morty, il coinquilino di Mark, viene arrestato durante una protesta. Mark si reca in commissariato per pagare la cauzione, ma risponde in modo irriverente a un poliziotto, il quale lo arresta immediatamente. Durante la registrazione delle sue informazioni, Mark dichiara di chiamarsi Karl Marx, un nome che il poliziotto annota con curiosità, non avendolo mai sentito prima. Dopo essere stati rilasciati, i due amici si dirigono in un negozio di armi gestito da individui razzisti e, fingendosi giovani pronti a difendere le loro donne dagli afroamericani, riescono ad acquistare armi senza le usuali verifiche legali, con il consenso dei proprietari.
Nel frattempo, alla Sunnydunes, il dirigente di successo Lee Allen osserva la presentazione della prossima campagna pubblicitaria dell’azienda: un nuovo villaggio in costruzione nel deserto californiano. Al posto di attori, vengono mostrati manichini vestiti da membri di una tipica famiglia, compresi animali finti. Subito dopo, Lee riceve una chiamata da Daria sulla sua linea privata, in cui la ragazza afferma di trovarsi nel deserto californiano alla ricerca di un villaggio dove un amico raccoglie bambini disagiati. Daria elude i tentativi di Lee di localizzarla e gli dice di rivedersi direttamente a Phoenix. Questo dialogo lascia intuire l’esistenza di una relazione non solo professionale tra i due.
Intanto, Mark si dirige verso il campus universitario occupato dagli studenti. Dopo l’intervento della polizia per sedare la rivolta, uno studente e un agente vengono uccisi, ma non è chiaro chi abbia sparato all’agente. Mark ha con sé una pistola nascosta e, per evitare l’arresto, fugge cercando di eludere la cattura. Invece di tornare alla sua auto, prende un autobus per Hawthorne e, dopo aver appreso da Morty che il suo volto è apparso in televisione, si introduce in un aeroporto privato e ruba un monoplano per dirigere verso il deserto.
Daria, nel frattempo, guida dalla California a Phoenix, in Arizona, per un incontro di lavoro nella residenza di Lee, dove sono previste trattative per la Sunnydunes. La vecchia Buick di Daria viene individuata da Mark, che comincia a volteggiare sopra di essa prima di scendere e sorvolare ripetutamente a pochi metri d’altezza. Daria, divertita, esce dalla macchina, e Mark scopre che è una ragazza.
Il carburante di Mark si esaurisce, ma Daria lo trova più tardi in un’officina gestita da un anziano. I due ragazzi sembrano attrarsi, e Daria offre un passaggio a Mark, senza sapere che è senza soldi, fino alla stazione di servizio più vicina. Una volta fuori dall’auto, i due trascorrono del tempo insieme fino a raggiungere lo Zabriskie Point nella Valle della Morte. Qui, scendono di corsa fino al fondovalle, si baciano e fanno l’amore. Il luogo sembra animarsi quando altre coppie emergono a loro volta, disseminate lungo la valle.
Quando i due risalgono sulla strada, Daria apprende dalla radio della macchina la notizia degli incidenti all’università e lo associa immediatamente a Mark, che poco prima aveva preso la mira, non visto, su un poliziotto che le aveva chiesto i documenti. Mark le assicura di non essere stato lui a sparare a Los Angeles e rivela che la sua pistola è ancora intatta. Confessa anche di aver rubato l’aereo con cui si è diretto nel deserto.
I due tornano dall’anziano dell’officina e personalizzano l’aereo con motivi psichedelici e slogan pacifisti e irriverenti. Mark rassicura Daria sulla restituzione dell’aereo al proprietario, ma quando lo riporta all’aeroporto di Hawthorne, la polizia, la stampa e il proprietario sono già sul posto. Dopo l’atterraggio, Mark non si ferma al comando della polizia, che apre il fuoco e lo uccide.
Daria apprende della morte di Mark dalla radio della macchina. Si reca alla villa di Lee, dove, non vista, scoppia in lacrime. Lee è occupato con le trattative commerciali, ma trova un momento per ascoltare Daria e le indica un luogo dove cambiarsi. Tuttavia, Daria, dopo un breve scambio di sguardi e sorrisi con una domestica amerindia, esce di corsa, sdegnata, e riparte.
Poco distante dalla villa, si ferma ed esce per osservarla da lontano. Mentre le
trattative continuano nella villa, Daria immagina che la residenza esploda in mille pezzi, facendo saltare in aria suppellettili, libri, vestiti, elettrodomestici, cibo e altri beni di consumo. Daria risale in macchina e scompare all’orizzonte, mentre il cielo si colora di una luce rossastra del tramonto.
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