Se ti sei risvegliato a 90
ma non senti alcun dolore
non avere paura hai votato
il male minore, il male minore…
Nausea, depressione,
i sintomi della rassegnazione,
e non c’è cura, né ospedale
per chi non vuole accettare
il male minore, il male minore…

Il male minore non fa poi così male,
se lo controlli bene non scende e non sale.
Il male minore sempre male rimane,
ma se ci pensi bene infondo ci conviene.

Nel dubbio scegliamo il male minore,
perché suona bene come un brano di Mahler in minore
non siamo più nei ‘70, quale livore,
quale satira, qua la diffusione del “Male”
è minore di “Panorama” o “l’Espresso”,
il panorama è lo stesso, forse
come sul muro lo stesso poster
e nel poster lo stesso poster, “effetto Droste”
ho le vertigini, roller coster
Abituati al meno peggio
il naso ce lo siamo turati in almeno un seggio
ma il mondo resta fermo, snapshot
ci siamo spesi tutto, nell’illusione del jackpot
.. e maestri non ne conosco,
pure il meno corruttibile crolla, ecomostro,
..ma è il minore dei mali
e non ne parliamo come il minore dei nani

Ritornello

Ma in Italia si sa amiamo le favole
dove c’è da salvare il salvabile, evitare
la catastrofe, ognuno fa la sua parte,
c’è chi prende e c’è chi dà, c’è chi parte
e chi non sa, che non c’è alternativa,
se tutto va bene stiamo peggio di prima

Ritornello

Quando i servi ed i cuochi, che fino a poco prima avevano cucinato prelibatezze da nobili, si preparavano a gettare le frattaglie, lo spettacolo che si presentava ai loro occhi era unico: un intero popolo in fermento, tutti accorrevano quasi come fosse un grande evento.

I servi francesi accompagnati dai cuochi napoletani “francesizzati”, all’atto di gettare gli scarti dei banchetti nobili, gridavano sempre “Et voilà, les entrailles, magnatevelle!”, indicando appunto le interiora che il popolo attendeva con tanto fermento.

I poveri, però, poco capivano di ciò che gridavano in francese, ma l’unica cosa che importava loro era quella di riuscire ad accaparrarsi più cibo possibile per sfamare le loro famiglie con un pasto che consideravano succulento e sostanzioso, ironicamente degno di un nobile.

Quando venivano gettate al popolo le interiora, accorrevano molte donne dai quartieri, le cosiddette zandraglie. Queste donne erano le più agguerrite fra tutte e tutti e, pur di accaparrarsi la parte migliore e più abbondante degli avanzi, iniziavano ad urlare, a sbraitare ed anche addirittura a darsele di santa ragione pur di avere la meglio sulle avversarie di turno.

Tale usanza ha, ancor’oggi, un riflesso nel nostro dialetto napoletano sempre con il termine “zandraglie”.

Il termine, però, ha oggi cambiato significato: mentre in passato indicava le donne del popolino che raccoglievano gli avanzi, oggi si usa per lo più l’espressione “ sì ‘na zandraglia”. Così dicendo si vogliono indicare tutte quelle donne che hanno comportamenti, per così dire, poco femminili e che sono solite agitarsi ed urlare in ogni loro discussione, un vero e proprio termine dispregiativo per ogni donna.


SesèMamà | Les entrailles (B. Selo – E. Serio – A. Madonna – F. Martone) Regia di Alessandro Freschi (Frè) (C)&(P) SoundFly S.r.l. 2018 – All rights reserved – www.soundfly.it