M83 – Outro

I’m the king of my own land
Facing tempests of dust, I’ll fight until the end
Creatures of my dreams, raise up and dance with me
Now and forever
I’m your king

Compositori: Justin Medal-Johnson / Anthony Gonzalez

Kings Of Convenience – Misread
If you want to be my friend
You want us to get along
Please do not expect me to
Wrap it up and keep it there
The observation I am doing could
Easily be understood
As cynical demeanor
But one of us misread
And what do you know
It happened again
A friend is not a means
You utilize to get somewhere
Somehow I didn’t notice
Friendship is an end
What do you know
It happened again
How come no-one told me
All throughout history
The loneliest people
Were the ones who always spoke the truth
The ones who made a difference
By withstanding the indifference
I guess it’s up to me now
Should I take that risk or just smile?
What do you know
It happened again
What do you know
Compositori: Eirik Glambek Boe / Erlend Otre Oeye

Visto e considerato che
non ne potevano piĂą della loro malasorte
incominciarono ad aggirarsi
come s’aggirò quel famoso spettro per l’Europa.
Tutti evidentemente erano dei disgraziati…
ma ciascuno lo era in maniera differente…
poichè la disgrazia colpisce i miseri,
ma con incredibile fantasia nelle forme.
Infatti c’era quello che aveva perso la casa
insieme a quello che piĂą semplicemente aveva perso le chiavi di casa,
e c’era quello che aveva perso la memoria
e mò non si ricordava manco piĂą che cos’è che si era perso,
c’era quello che aveva perso la ragione…
e insieme alla ragione aveva perso anche il torto.
E infine c’era quello che aveva perso tempo
e mò non c’aveva piĂą tanto tempo da perdere…
e difatti fu lui che disse: “Attenzione!”

“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”

E nel mentre che s’aggiravano
come s’aggirò quel famoso spettro per l’Europa,
si trovarono a passare sotto le finestre di quelli
che una volta dicevano “Avanti Popolo!”,
e dicevano “Avanti Popolo” perchĂ© mandavano sempre davanti il popolo…
e loro se ne stavano indietro,
magari d’un passo magari d’un metro
perché loro ad andare avanti gli veniva da ridere.
E con le lacrime agli occhi e la morte nel cuore
videro lo scompiglio nelle forze dell’ordine
che mò non erano piĂą nĂ© tanti forti nĂ© tanto meno ordinate…
infatti erano scappati via i generali, tenenti, sottotenenti, nullatenenti,
perfino i Pompieri di ViggiĂą da qualche minuto
non c’erano piĂą…
Erano velocemente scomparsi i galiardi soldati
che ringhiavano e mostravano i denti.
Per la strada si vedeva solamente qualche brigadiere in pensione
che mostrava la dentiera…
ma è risaputo che anche i militari sdentati
capiscono bene come va la situazione…
e si dicono sottovoce…


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“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”
“Tra cinque minuti comincia la rivoluzione…”

Il capo dei capi delle polizie di tutti quanti gli eserciti riuniti
stava guardando in televisione un programma
sui gamberi in salsa rosa
quando ci fu una spiacevole interruzione…
il giornalista autorizzato dalla redazione
disse che il quiz del sabato sera,
il tirassegno sul negro che passa la frontiera,
il telegiornale di Paperino, il Grande Fratello
con suo cugino le olimpiadi di mazza fionda
non sarebbero piĂą andate in onda
disse ” è saltata la programmazione…
che tra cinque minuti comincia la rivoluzione!”

Cosi il capo dei capi della polizia e di tutti quanti
gli eserciti riuniti per la prima volta
durante la sua lunga carriera
si sentì di essere la persona sbagliata
nel posto peggiore,
lui che per tutta la vita era sempre stato cosi tanto sicuro di sé,
che le parole gli stavano in bocca
come famosi quadri dentro ad un museo,
adesso invece si vergognava
che in una giornata cosi piena di sole
sporcasse il muro con la sua ombra.
Quelli che si aggiravano come lo spettro s’aggirò per l’Europa
si fermarono in silenzio
poi cominciarono a fare il conto all’incontrario,
come la notte di capodanno e dissero
“meno 5
4
3
2
1″

-con un po’ di emozione-

“Gentili signori comincia la rivoluzione!”
“Gentili signori comincia la rivoluzione!”
“Gentili signori comincia la rivoluzione!”
“Gentili signori comincia la rivoluzione!”
“Gentili signori comincia la rivoluzione!”

Fred Wesley è un trombonista e compositore statunitense. I generi musicali di elezione di Wesley sono il jazz e soprattutto il funk; sono di rilievo particolare le sue collaborazioni con James Brown Clinton e Parker, con artisti del calibro di Ray Charles, Lionel Hampton, Randy Crawford, Vanessa Williams, The SOS Band, Cameo, Van Morrison, Socalled e De La Soul.

AL Bonne SoirĂ©e di San Sebastiano al Vesuvio, siamo arrivati durante l’ultimo Suond Check, Pippo Sergio e Luigi stavano suonando le ultime note prima del concerto. Ero li per un idea che mi frullava nella mente, quella di raccontare la musica dell’area orientale di Napoli, che mi ha sempre dato la sensazione di avere qualcosa di diverso, volevo farne un documentario, ascoltando un po tutti i protagonisti della scena musicale dell’area dal 75 all’85, il periodo di massima espressione artistica. Ma il racconto si è fermato subito, e sta tutto nella sintesi di Sergio di Natale (batterista): che parla della “sensazione di precarietĂ ” di quelli che vivono alle pendici del Vesuvio. Questo “mood inquieto” appartiene anche alla musica in continuo mutamento, nell’osare, nel non aver paura degli standards, “sbeffeggiare” all’interno di un sistema rigoroso che spesso soffoca la creativitĂ . E’ sicuramente singolare che la band non si avvalga di strumenti “armonici” e usi il basso come strumento polifonico e armonico, riuscendo, anche grazie ad uno studio dell’effettistica sul basso, a simulare i colori di un Rhodes o di un pad. La ripresa audio è quella di un club, dove c’è la voce di una donna che per i 14 minuti dell’esecuzione non ha mai smesso di gridare, magari parlava del colore del suo smalto, o di altre futilitĂ , sta di fatto che la postproduzione audio ci ha preso un po di tempo. L’idea iniziale era quella di mcrofonare i singoli strumenti, poi abbiamo optato per la presa diretta. Il suono del basso, spesso rafforzato in ottava è il riconoscibile suono di Pippo Matino, i fraseggi sul basso sono quelli di chi ha attraversato molti lustri musicali e sta tirando le somme facendo una sintesi, lanciando qua e lĂ  note che ci ricordano qualcosa, dai Police ai The Manhattan Transfer, da Jaco Pastorious a Stanley Clarke, tra armonie e colori alla Joe Zawinul, su tempi disparissimi, spesso al limite delle possibilitĂ  umane, supportato in questo dal magnifico Sergio di Natale, e dal bravissimo e giovane sassofonista Luigi di Nunzio classe 91 ma con una biografia giĂ  piena di premi e collaborazioni con tutti i grandi della musica. Questo è solo il primo pezzo. Ne seguiranno altri. A presto! feliceiovino