“Mi sono rotto un pò le palle di vedere gioiellieri, orafi, ecc. che guadagnano meno del loro cassiere e piantatela con questa storia che chi non paga le tasse perchè non può pagarle! Chi non paga le tasse è un evasore, cioè un ladro! E dovrebbe avere il divieto di voto e il divieto di guidare in autostrada!” Il direttore del Fatto Quotidiano è infuriato contro il governo per la manovra economica in cui sta cancellando con un condono le cartelle esattoriali degli italiani a discapito dei percettori del Reddito di Cittadinanza. Di tutt’altro avviso il direttore de Il Secolo D’Italia, il quale considera quelli che hanno evaso dei poveracci. Poi fa un discorso surreale – “Liberando l’amministrazione finanziaria di tutto quell’arretrato che l’ha blocca, si possono andare finalmente a colpire gli evasori. In Italia c’è il 3-5% che può permettersi una macchina importante, eppure c’è tanta gente in giro che guida queste macchine” – Immediata la replica di TRavaglio – “Sai chi sono? Sono quelli che girano con i 5000 euro in tasca! Sono quelli che state favorendo voi!” – Travaglio poi accusa il governo sta facendo “ponti d’oro all’evasione”, citando un dato e cioè che il costo dello stato per il condono è di 780 milioni di euro in base alla relazione tecnica della manovra economica. In pratica lo stato sta perdendo quel denaro senza fare cassa, ma si rifĂ  togliendo il Reddito di Cittadinanza a 800mila persone, che è esattamente il costo a perdere del condono – Incredibile la risposta di Bocchino – “Non possiamo tenere per tre anni un giovane davanti alla televisione a vedere le partite di calcio, perchè deve fare la campagna elettorale a Conte e i 5stelle”

Eh si è tutta un insalatona mista. Qualche giorno fa ero di alba e dalla mostra d’oltremare arrivava fortissimo il suono dell’inno di Forza Italia. Dopo una mezzoretta di inno, hanno cominciato a parlare, ed il tema erano le mafie e le stragi del 92.
Una serie di oratori si sono susseguiti ed io potevo sentirli nitidamente.
Borsellino e Falcone ricorrevano costantemente nei loro discorsi, e ad un certo punto mi sono chiesto se l’inno che avevo sentito fosse una parodia e li ci fosse un altro partito.
I presenti per fare davvero la lotta alla mafia ed onorare la memoria dei magistrati palermitani avrebbero dovuto alzarsi ed andare via.
Forza Italia è il partito fondato da Dell’Utri proprio nel periodo delle trattative stato-mafia (si Stato con la s minuscola), dove probabilmente sono state decise le sorti dei magistrati di Palermo. Poi abbiamo avuto un “ventennio” di persone che erano allineate a quell’accordo.
In Campania c’era Cosentino, Cesaro e tanti altri che facevano parte di Forza Italia ed erano vicini a certe organizzazioni.
Purtroppo non riesco a legittimare coloro che hanno fatto parte di quel gioco quando esprimono dolore per le stragi del 92, perchĂ© quando non sono in malafede non hanno capito cos’è successo, e probabilmente i nostri martiri si rivoltano nelle tombe.
A seguire un video per un ripasso veloce:


Sono trascorsi 29 anni dal giorno in cui abbiamo assistito a un’altra eclatante dimostrazione di impotenza da parte dello Stato di fronte alla Mafia. Un atto di arrogante forza senza precedenti, un monito diretto alla Politica, alla Magistratura e alle forze di Polizia. Il mostruoso connubio tra le mafie e la politica cercava la sua legittimazione, agendo con il suo stile distintivo.

Con quell’esplosione di un tratto di autostrada svanivano tutte le nostre speranze di vivere in uno Stato libero. Quell’epoca è stata segnata dal “processo alla politica italiana”, con tutto l’apparato costituzionale messo sotto accusa. Il parlamento era svuotato dagli avvisi di garanzia per corruzione e finanziamenti illeciti ai partiti.

Nel frattempo, a Palermo, durante il “Maxi processo alla Mafia”, venivano inflitti decine di ergastoli ai boss mafiosi, che nei decenni precedenti si sentivano al sicuro grazie alle protezioni offerte dagli americani durante l’occupazione e dai favori politici della Democrazia Cristiana in cambio di consensi elettorali.

Sebbene molti omicidi rilevanti fossero stati compiuti in modo quasi silenzioso nei decenni precedenti, come agguati mortali a magistrati, militari e forze dell’ordine, l’assassinio di Falcone e le stragi pianificate nei mesi successivi dovevano fare rumore. Dovevano far capire allo Stato che la mafia era potente e poteva colpire ovunque e in qualsiasi momento.

Solo la fortuna evitò una strage allo Stadio Olimpico durante la partita Lazio-Udinese: i telecomandi delle bombe piazzate in un’auto non funzionarono. Altrimenti, avremmo allungato notevolmente la lista delle vittime innocenti delle mafie.

Con il “senno di poi”, abbiamo compreso che da quelle stragi sono nati i governi e gli assetti costituzionali successivi. Abbiamo dovuto accettare quella che i giuristi definiscono “Costituzione Informale”, basata sulle decisioni contingenti del potere esecutivo, che da un lato nascondeva i suoi legami con le mafie, ma dall’altro cercava di migliorare l’assetto normativo intorno ai mafiosi.

Negli ultimi anni sono emerse molte veritĂ  sulla “Trattativa Stato-Mafia”. Molti protagonisti di quell’epoca sono ancora attivi, con il concreto rischio di ritornare al potere. La cosa piĂą inquietante è che per anni e forse ancora oggi la veritĂ  su questi fatti è stata considerata un’ “opinione politica”, fino a quando non è divenuta un atto giudiziario, anche se oggi potrebbe sembrare irrilevante a causa del tempo trascorso.

L’Italia tende a dimenticare velocemente, e con una certa inclinazione verso il razzismo xenofobo-religioso, potrebbe rilegittimare figure come Hitler, Mussolini, Riina e Provenzano, persino Berlusconi (che sta risalendo nelle preferenze). Tutto ciò senza dimenticare di celebrare i martiri della Repubblica.