Angela Carini è una delle testimonial nei nuovi spot di Webuild, l’azienda incaricata di costruire il ponte sullo stretto. La pugile di Acerra, divenuta nota al grande pubblico durante le Olimpiadi dopo aver abbandonato la sfida contro Imane Khelif (poi medaglia d’oro), è protagonista di un video insieme ad altre atlete di diverse discipline e anche di un corto incentrato solo su di lei. Il claim dello spot pubblicitario è “We dream, we build, we win: sogniamo, costruiamo, vinciamo. Webuild per lo Sport”.

Nello spot compaiono cinque atlete: la velista Caterina Banti (medaglia d’oro a Parigi 2024 dopo quella di Tokyo 2020), la judoka Alice Bellandi (vittoriosa pochi giorni fa in Francia), Antonella Palmisano, punta di diamante della marcia azzurra e oro a Tokyo, Zaynab Dosso, velocista e attuale primatista dei 60 e dei 100 metri e bronzo due volte quest’anno ai Mondiali indoor di Glasgow e agli Europei di Roma, e appunto Carini, argento ai Mondiali e agli europei di pugilato nel 2019. Nel corto si vedono le cinque campionesse impegnate negli allenamenti, mentre un messaggio motivazionale associa la voglia di non mollare mai, di andare oltre le difficoltà, alla visione aziendale dell’impresa di costruzioni. Stesso concetto espresso anche nel filmato pubblicitario in cui Carini è sola. “Siamo qui per realizzare tutti lo stesso sogno – dice Carini in viva voce – Con la passione si costruisce. Si costruiscono sogni”.

Va sottolineato che gli spot sono stati probabilmente registrati prima delle Olimpiadi, il che suggerisce una programmazione strategica ben definita tra Carini e la politica.

Il match tra Carini e Khelif è stato al centro di una polemica politica, dopo che l’azzurra ha abbandonato il combattimento dopo 46 secondi del primo round. Khelif, prima e dopo l’incontro, è stata oggetto di un’ondata di commenti negativi, con accuse infondate di essere transgender. Proprio oggi, dopo la denuncia della campionessa olimpica, la procura di Parigi ha aperto un fascicolo di indagine per “cyberbullismo a causa del genere, insulto pubblico a causa del genere, provocazione pubblica alla discriminazione e insulto pubblico a causa dell’origine”.

C’è un episodio, tra gli altri, che mi è rimasto impresso in questi giorni, guardando i titoli delle news in giro su internet. Si tratta delle dimissioni della sottosegretaria Augusta Montaruli dopo la condanna definitiva per l’uso improprio dei fondi dei gruppi consiliari del Piemonte negli anni dal 2010 al 2014.

Fin qui niente di strano, mi sembra opportuno che un politico condannato in via definitiva per peculato si dimetta. Quello che mi lascia perplesso è la reazione del suo partito:

Applausi scroscianti per Augusta Montaruli alla Camera dei deputati. La parlamentare di Fratelli d’Italia, chiamata per votare la fiducia posta dal governo Meloni sul decreto Carburanti, è stata accolta da un sentito applauso da parte dei suoi colleghi di partito. Tutto il gruppo, infatti, ha omaggiato l’ormai ex sottosegretaria, probabilmente per il passo indietro fatto dopo la condanna definitiva a un anno e sei mesi emanata dalla Corte di Cassazione. Nei giorni scorsi tutto il centrodestra – da Lupi a Berlusconi – ha lodato la deputata di Fratelli d’Italia per essersi dimessa da sottosegretaria all’Università.

da fan page

La signora ha ricevuto la lode dal Partito. E come mai non mi stupisco? La destra essendo figlia legittima del Berlusconismo, ha totalmente cambiato il senso della parola “onorevole” e non esiste quindi, traccia nel suo DNA, del concetto di “dimissioni per condanna”, anche quando si tratta di una condanna definitiva. Abbiamo lottato per decenni per ottenere le dimissioni di Berlusconi, ma lui riusciva sempre a farla franca. O modificava una leggina, o accorciava i termini di prescrizione, o si faceva una legge ad hoc che depenalizzava i reati che aveva commesso. Complici di tutto questo quelli che oggi sono al governo. Mentre scrivo Berlusconi viene assolto dal Ruby ter ed è già pronta la richiesta per istituire una commissione d’inchiesta del parlamento per “il fumus persecutionis“.
Abbiamo visto di tutto in 30 anni, ma mai le dimissioni di un colpevole. Da quella parte non arrivano quasi mai. E’ diventata la regola affrontare i processi conservando le cariche Istituzionali, tant’è che lo fanno anche quelli del PD.
Addirittura alcuni cialtroni più fantasiosi hanno coniato il concetto di “autosospensione”, che nella realtà non esiste se non per dare ai media e a qualche allocco la notizia di qualcosa di simile alle dimissioni. In realtà continuano nella loro azione e soprattutto non si staccano dalle prebende che percepiscono.
Bisognerebbe sempre ricordare che dietro ad un “autosospensione” si nasconde sempre un cialtrone.
Non vorrei fare i soliti paragoni con altri paesi, ma le dimissioni per peculato, corruzione e affini, dovrebbero essere obbligatorie dal primo grado di giudizio. Tornando alla signora, non ha ricevuto nessuna condanna dal suo partito, anzi grande solidarietà, a conferma che alcuni reati in questa politica fanno curriculum, le arrivano tanti messaggi e uno di questi viene riportato dalla stampa: “La aspettiamo attiva e determinata, sia nel gruppo parlamentare sia nel partito, perché continui ad essere punto costante e prezioso riferimento e a trasfondere quell’entusiasmo che le deriva da una disinteressata passione”.
E allora bisogna spiegare alla gente che tutto questo non è normale. Va fatto assolutamente, perchè il racconto che viene fuor è che la signora è vittima di un sistema che non le lascia fare tutto quello che vuole, ed è il solito accanimento della magistratura, contro i poveri politici. Viene fuori
che è normale “distogliere” soldi pubblici.
La verità è che la signora si è fatta beccare quando ha utilizzato 25mila euro per farsi rimborsare delle spese personali tra le più disparate. Si va dai cristalli Swarovski alle borse griffate, passando per libri erotici e cene di lusso.
L’altro racconto però, lo da il numero di votanti nelle ultime competizioni elettorali. E’ sceso a livelli mai esplorati. A questo punto è lecito pensare che a votare vadano solo quelli che ne hanno interesse, perchè tutti gli altri restano a casa. E siccome le persone legate ai carrozzoni della politica sono davvero tante, e dopo aver demolito a secchiate di fango il M5S, oramai non c’è più nessuno che possa fermare questa escalation.
Cosi ti spieghi, aldilà di tutte le demagogie contenute nei discorsi della Meloni, tutto l’affanno di questo Parlamento per diminuire i fondi per le intercettazioni, per aumentare i contanti e tanti altri provvedimenti per agevolare le attività d questo tipo.
Non vogliono essere beccati. Tutto qui.

fxiovino

Eh si è tutta un insalatona mista. Qualche giorno fa ero di alba e dalla mostra d’oltremare arrivava fortissimo il suono dell’inno di Forza Italia. Dopo una mezzoretta di inno, hanno cominciato a parlare, ed il tema erano le mafie e le stragi del 92.
Una serie di oratori si sono susseguiti ed io potevo sentirli nitidamente.
Borsellino e Falcone ricorrevano costantemente nei loro discorsi, e ad un certo punto mi sono chiesto se l’inno che avevo sentito fosse una parodia e li ci fosse un altro partito.
I presenti per fare davvero la lotta alla mafia ed onorare la memoria dei magistrati palermitani avrebbero dovuto alzarsi ed andare via.
Forza Italia è il partito fondato da Dell’Utri proprio nel periodo delle trattative stato-mafia (si Stato con la s minuscola), dove probabilmente sono state decise le sorti dei magistrati di Palermo. Poi abbiamo avuto un “ventennio” di persone che erano allineate a quell’accordo.
In Campania c’era Cosentino, Cesaro e tanti altri che facevano parte di Forza Italia ed erano vicini a certe organizzazioni.
Purtroppo non riesco a legittimare coloro che hanno fatto parte di quel gioco quando esprimono dolore per le stragi del 92, perché quando non sono in malafede non hanno capito cos’è successo, e probabilmente i nostri martiri si rivoltano nelle tombe.
A seguire un video per un ripasso veloce:


Ultimamente ho partecipato ad una manifestazione dove ho rincontrato un personaggio politico che ricopre un ruolo istituzionale in uno dei comuni vicini al mio. Non farò il suo nome ne metterò sue foto perché il suo motto è “purché se ne parli”, e sono certo di andare “controcorrente” perché il livello dei social è arrivato a TikTok e quindi i linguaggi e gli atteggiamenti hanno toccato fondali inesplorati, e non dubito che possa avere anche degli estimatori.
Ma sento di dover scrivere qualcosa al riguardo, perché la gente comincia a percepire il delirio di quest’uomo, come un atteggiamento normale, e non vorrei che altri organi della pubblica amministrazione lo emulassero.
La cosa che mi ha turbato del delirio di questo personaggio ( dal nomignolo profetico 🙂 ), è che ormai si lascia crescere il “baffo a spazzolino” (giuro!!!) come quello di Hitler (o Chaplin).

Nella sua schizofrenia comunicativa, spesso aiutato molto anche dal bassissimo livello di chi lo osserva (Idiocracy), vuole sottolineare la sua capacità decisionale, in materia di siepi, strisce pedonali e luci natalizie che ha lasciato accese quasi fino a Marzo, nel caso che qualcuno non le avesse notate (in barba al risparmio energetico) 🙂 , usando il suo paese per la sua propaganda demagogica, convinto che nella superficialità e nella velocità dei nuovi media nessuno mai si soffermerà ad analizzare in concreto il suo delirio, che potrà poi sempre far passare per fenomeno di colore e folklore.
Nei suoi 12000 filmatini quotidiani cerca di rendere epici il taglio di una siepe o la raccolta della spazzatura.
Qualche giorno fa era addirittura orgogliosamente a torso nudo, davanti al suo telefonino in diretta streaming mentre gli addetti svuotavano i contenitori (non andate sul suo profilo a guardarlo faremmo il suo gioco credetemi sulla parola : ) ).
Insomma ci troviamo davanti ad un mix di schizofrenia e megalomania pericolosissimo alla democrazia.
Sono certo che in ogni comune si raccoglie la spazzatura, si potano le siepi e si traccia la segnaletica stradale senza trasformare il tutto nel Circo Orfei (con tutto il rispetto per i circensi).
Qualcuno dovrebbe spiegare a questa persona che si tratta di normale amministrazione, che tutti i sindaci fanno, senza accendere il telefonino. Sembra facile ma non lo è in quanto c’è una norma infelice quanto antidemocratica l’art 57 cpp comma 1 lettera C: che sancisce: “Sono ufficiali di polizia giudiziaria i sindaci dei comuni ove non abbia sede un ufficio della polizia di Stato ovvero un comando dell’arma dei carabinieri o della guardia di finanza” .
E indovinate un po? Nel suo territorio non ci sono.
Ma un potere così, assegnato ad un organo elettivo, espone chi non l’ha votato a ritorsioni ed intimidazioni.
Così lui si fa crescere il baffetto a spazzolino e va in giro con la paletta per fare controlli e nessuno osa contraddirlo sui social perché temono la sua reazione (non troverete like da quelle parti sotto questo post).
Spero che questo Delirio finisca presto, me lo auguro per me, perché quella Demagogia e quel Populismo potrebbe sfociare in ambizioni territoriali più ampie, e me lo auguro per i suoi cittadini affinché possano ritrovare la normalità, l’umanità, la libertà e la serietà essenziale da parte di chi ricopre cariche Istituzionali in un contesto Democratico.

(mea culpa)

p.s.
1) ho cambiato la copertina con Hitler perchè un idiota l’ha condivisa per nostalgia.
2) è sconsigliabile mettere like su fb, anche se condividete il mio pensiero