Eh si è tutta un insalatona mista. Qualche giorno fa ero di alba e dalla mostra d’oltremare arrivava fortissimo il suono dell’inno di Forza Italia. Dopo una mezzoretta di inno, hanno cominciato a parlare, ed il tema erano le mafie e le stragi del 92.
Una serie di oratori si sono susseguiti ed io potevo sentirli nitidamente.
Borsellino e Falcone ricorrevano costantemente nei loro discorsi, e ad un certo punto mi sono chiesto se l’inno che avevo sentito fosse una parodia e li ci fosse un altro partito.
I presenti per fare davvero la lotta alla mafia ed onorare la memoria dei magistrati palermitani avrebbero dovuto alzarsi ed andare via.
Forza Italia è il partito fondato da Dell’Utri proprio nel periodo delle trattative stato-mafia (si Stato con la s minuscola), dove probabilmente sono state decise le sorti dei magistrati di Palermo. Poi abbiamo avuto un “ventennio” di persone che erano allineate a quell’accordo.
In Campania c’era Cosentino, Cesaro e tanti altri che facevano parte di Forza Italia ed erano vicini a certe organizzazioni.
Purtroppo non riesco a legittimare coloro che hanno fatto parte di quel gioco quando esprimono dolore per le stragi del 92, perché quando non sono in malafede non hanno capito cos’è successo, e probabilmente i nostri martiri si rivoltano nelle tombe.
A seguire un video per un ripasso veloce:


Ultimamente ho partecipato ad una manifestazione dove ho rincontrato un personaggio politico che ricopre un ruolo istituzionale in uno dei comuni vicini al mio. Non farò il suo nome ne metterò sue foto perché il suo motto è “purché se ne parli”, e sono certo di andare “controcorrente” perché il livello dei social è arrivato a TikTok e quindi i linguaggi e gli atteggiamenti hanno toccato fondali inesplorati, e non dubito che possa avere anche degli estimatori.
Ma sento di dover scrivere qualcosa al riguardo, perché la gente comincia a percepire il delirio di quest’uomo, come un atteggiamento normale, e non vorrei che altri organi della pubblica amministrazione lo emulassero.
La cosa che mi ha turbato del delirio di questo personaggio ( dal nomignolo profetico 🙂 ), è che ormai si lascia crescere il “baffo a spazzolino” (giuro!!!) come quello di Hitler (o Chaplin).

Nella sua schizofrenia comunicativa, spesso aiutato molto anche dal bassissimo livello di chi lo osserva (Idiocracy), vuole sottolineare la sua capacità decisionale, in materia di siepi, strisce pedonali e luci natalizie che ha lasciato accese quasi fino a Marzo, nel caso che qualcuno non le avesse notate (in barba al risparmio energetico) 🙂 , usando il suo paese per la sua propaganda demagogica, convinto che nella superficialità e nella velocità dei nuovi media nessuno mai si soffermerà ad analizzare in concreto il suo delirio, che potrà poi sempre far passare per fenomeno di colore e folklore.
Nei suoi 12000 filmatini quotidiani cerca di rendere epici il taglio di una siepe o la raccolta della spazzatura.
Qualche giorno fa era addirittura orgogliosamente a torso nudo, davanti al suo telefonino in diretta streaming mentre gli addetti svuotavano i contenitori (non andate sul suo profilo a guardarlo faremmo il suo gioco credetemi sulla parola : ) ).
Insomma ci troviamo davanti ad un mix di schizofrenia e megalomania pericolosissimo alla democrazia.
Sono certo che in ogni comune si raccoglie la spazzatura, si potano le siepi e si traccia la segnaletica stradale senza trasformare il tutto nel Circo Orfei (con tutto il rispetto per i circensi).
Qualcuno dovrebbe spiegare a questa persona che si tratta di normale amministrazione, che tutti i sindaci fanno, senza accendere il telefonino. Sembra facile ma non lo è in quanto c’è una norma infelice quanto antidemocratica l’art 57 cpp comma 1 lettera C: che sancisce: “Sono ufficiali di polizia giudiziaria i sindaci dei comuni ove non abbia sede un ufficio della polizia di Stato ovvero un comando dell’arma dei carabinieri o della guardia di finanza” .
E indovinate un po? Nel suo territorio non ci sono.
Ma un potere così, assegnato ad un organo elettivo, espone chi non l’ha votato a ritorsioni ed intimidazioni.
Così lui si fa crescere il baffetto a spazzolino e va in giro con la paletta per fare controlli e nessuno osa contraddirlo sui social perché temono la sua reazione (non troverete like da quelle parti sotto questo post).
Spero che questo Delirio finisca presto, me lo auguro per me, perché quella Demagogia e quel Populismo potrebbe sfociare in ambizioni territoriali più ampie, e me lo auguro per i suoi cittadini affinché possano ritrovare la normalità, l’umanità, la libertà e la serietà essenziale da parte di chi ricopre cariche Istituzionali in un contesto Democratico.

(mea culpa)

p.s.
1) ho cambiato la copertina con Hitler perchè un idiota l’ha condivisa per nostalgia.
2) è sconsigliabile mettere like su fb, anche se condividete il mio pensiero

Bartolomeo Pepe (Napoli, 3 novembre 1962) è un politico italiano.

Tra le 12000 cose che non avrei mai sospettato facendo il “grillino” agli inizi c’è quella di aver dovuto votare successivamente per personaggi simili. Questa è stata la vera grande debolezza del movimento. E’ quella cosa che poi ti fa guardare con sospetto l’altro attivista, che instaura una sorta di polizia interna, spesso sostenuta proprio da questi personaggi, che hanno l’unica grande dote di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto, essendo motivati da ambizione personale smodata, vincono tutte le competizioni contro coloro che guardano la politica come mero fenomeno di partecipazione ed indirizzo.
Alla fine ti ritrovi questi personaggi a rappresentarti che non corrispondono affatto al tuo ideale di politico.
Queste sono state le dinamiche dei meetup, dove al grido di uno vale uno, gruppetti ben organizzati e numerosi, hanno prevalso su chi credeva nel cambiamento.
Molti degli “eletti” se non sono passati ai gruppi misti, hanno smesso di dialogare con i gruppi che li hanno nominati, non rispondono più al telefono, non ricambiano il follow su twitter, hanno smesso di accettare amicizie sui profili facebook.
Qualche anno prima sedevamo allo stesso tavolo a raccontare il nostro sogno di un paese libero da corruzione, criminalità, giusto ed equo.
Bartolomeo Pepe è un simbolo, ed è uno dei tanti, partito dalle scie chimiche e finito in parlamento, per poi dileguarsi in altri gruppi politici.


Qui è in Corea del Nord con Antonio Razzi nel 2017, me l’ero perso.
Quando si doveva massacrare il movimento è diventato una leccornia per tutti i giornalisti.

“Dittatura in Corea del Nord? Me pare na strunzata”

Qui collega i vaccini all’autismo, e alla mafia.

Propaganda Salvini

Non c’è da stupirsi: nel pieno della confusione collettiva legata all’emergenza coronavirus, c’è chi non perde occasione per speculare sulla paura. Matteo Salvini, il maestro della propaganda, torna puntuale all’appuntamento con il caos. Per lui, ogni crisi è una potenziale opportunità elettorale, e la salute pubblica sembra interessargli solo in funzione del prossimo sondaggio.

Oggi mi sono imbattuto in uno dei suoi ennesimi post allarmistici su Twitter. Ha fiutato la notizia dell’arrivo del virus anche in Italia e, come un esperto di marketing del panico, ha subito colto la palla al balzo per lanciare l’ennesimo messaggio ansiogeno. Il pubblico? Quello stesso popolo che, dai tempi della TV generalista berlusconiana, si è semplicemente spostato sugli schermi degli smartphone — e ora riceve la dose quotidiana di paura direttamente dal profilo di Matteo.

Salvini è un trasformista: comunista, fascista, populista, purché funzioni. L’importante è mantenere alto l’engagement. È figlio della televisione commerciale, uno che in un’altra vita avrebbe venduto pentole con Mike Bongiorno. E con lo stesso entusiasmo.

Il suo modus operandi ricorda certe figure locali: come quel sindaco del mio territorio che tiene ancora accese le luminarie natalizie nonostante sia quasi febbraio. Un gesto che sfida ogni logica di risparmio energetico, ma utile a mantenere viva l’illusione e l’ego. Recentemente premiato da un portale online come “miglior sindaco”, sarebbe capace di tutto per una comparsata in TV — magari anche pagandola il doppio della tariffa normale.

Alla fine, sembra proprio che l’Italia sia ancora popolata da “italioti” con l’anello al naso. E in fondo, Silvio ci aveva visto lungo.

#mavevulitescetà?