Le opere d’arte di Tony Afeltra ed enogastronomia di eccellenza 

Agerola. Dopo il grande successo della mostra Oniric Vision, arriva al Campus Principe di Napoli di Agerola, il secondo importante momento espositivo, che vede protagonista l’artista Tony Afeltra, con una personale dal titolo “Metamorfosi”. Per l’evento in programma dal 12 al 30 aprile, e curato dal critico d’arte Pasquale Lettieri, docente all’Accademia di Belle Arti di Napoli, saranno presentate circa trenta opere tra dipinti, sculture e installazioni. Tony Afeltra è un artista polipoetico, che coniuga un potente espressionismo ad una straordinaria manualità e conoscenza dei materiali, maturata grazie allo studio accademico urbinate e alla stretta collaborazione con il maestro dell’arte povera Pier Paolo Calzolari. Le opere presentate ad Agerola sono morfologie dell’identità cangiante, in cui vita e morte, splendore e decadenza, si legano a doppio filo, determinando una categoria speciale dell’apparenza senza essenza e dell’essenza che sfugge all’apparenza per farsi codice dell’imperfezione, che si proietta sull’idea di bellezza, chiudendola in una parentesi di durata e forma molto incerte. “Niente appare per quello che è nelle opere di Afeltra, -evidenzia Pasquale Lettieri – non solo a causa del travestimento delle cause e degli effetti in una antinomia, per la scena in cui l’artista ci coinvolge, e dimostra l’indimostrabile di una unità di essere e tempo che non si cura della bellezza, ma la fa diventare una misera coscienza dell’umanità, che tutti vogliono prolungare all’infinito con effetti speciali, e che Afeltra stravolge con una serie di metamorfosi che ci riconducono ad Apuleio e di location che scendono dall’alto di una architettura e di un paesaggio che non perdonano: le nostalgie e il fascino inquieto dei non-luoghi”. Nei giorni 12 e 13 aprile in concomitanza con l’apertura della mostra si terrà la prima edizione del Campionato dell’Aperitivo – Trofeo Sapori di Napoli, la prima ed unica rassegna in Italia interamente dedicata all’aperitivo. Organizzato dall’associazione “Aperitivo Food & Drink” di Marta Karol, con il supporto dell’azienda “Sapori di Napoli”, dello chef imprenditore Gennaro Galeotafiore. Il Campionato dell’Aperitivo nasce da un’idea di Sergio Sbarra, avvocato, giornalista e organizzatore di eventi noto come “Avvocato Gourmet“, Dante Marra, senior business consultant ed esperto di food e drink, Claudio Gionti, consulente e docente universitario esperto di marketing e comunicazione e Michele Galeotafiore, esperto di nuove tecnologie. “Si incontrano, così, tanti e tanti, percorsi personali, sottolinea Raffaele Iervolino, docente universitario e giurista, tra i promotori dell’evento – costruiti sul pontile della libertà e della ricerca, nell’area di una centralità culturale, spirituale, che deve presiedere alla creazione della singolarità, dello spessore in cui ognuno misura se stesso, nell’invisibile dei segni, dei desideri, delle speranze, delle delusioni e del visibile, che vuole fuggire al nulla, apparire, essere”. E continua: “La persistenza della memoria storica, individuale e collettiva, per quanto opinabile, selettiva e spesso contraddittoria, fa da strato, da comune riferimento, che non è solo linguaggio tecnico, ma un modo di esprimersi, fatto di confluenze e di alchimie, di desideri e di paure, di sogni e di ossessioni, che ognuno si porta con sé, come bagaglio reale e virtuale, che mette a disposizione del nuovo e del diverso, combinandosi con le valenze disseminanti e affabulanti, della dimensione babelica del mondo”. Per info e prenotazioni www.campusprincipedinapoli.it.

1) La Prima Repubblica

C’era una volta il PCI e c’era una volta anche una rete sul territorio, attenta, solidale. C’era una volta il pudore, il buon senso la misura, la solidarietà, l’unità e una visione del mondo, forse. C’erano le classi sociali, i ricchi e i poveri, i padroni e gli operai, l’industria e i lavoratori, capitalismo e Comunismo.
Quello Italiano era un comunismo annacquato, tra una base NATO e l’altra, disseminate sul territorio, a ricordare che eravamo stati liberati e che il prezzo da pagare era una fetta di sovranità territoriale e una certa ingerenza nelle cose politiche interne da parte dei liberatori. Forse anche per questo nessuno poteva pensare seriamente ad una vera “rivoluzione comunista”.
Quella “società egualitaria caratterizzata dall’abolizione delle classi sociali, della proprietà privata dei mezzi di produzione, dalla completa emancipazione di tutti i cittadini, dalla partecipazione del popolo al governo e, progressivamente, dall’estinzione dello Stato” era solo un sogno lontanissimo, nessuno credeva davvero che potesse mai realizzarsi, e se vogliamo dircela tutta, i vertici del partito comunista italiano non ne aveva nessun interesse, sapevano perfettamente cosa succedeva già oltre l’Adriatico.
Così in quei decenni la sinistra Italiana ha imparato a starsene all’opposizione.
Un opposizione praticamente inesistente e inconsistente, perché aveva addosso il marchio di un ideologia che Stalin e soci avevano trasformato in una delle peggiori dittature mai viste sul pianeta.
Così il PCI non è stato mai al governo. La Democrazia Cristiana per raggiungere il numero per governare era sempre costretta a fare accordi con gli “aghi della bilancia” che facevano ben valere i loro miseri risultati elettorali. a volte hanno dovuto consegnare le chiavi di Palazzo Chigi a segretari di partito che a stento erano arrivati al 3%. (Governo Spadolini 1981). Inutile dire che le crisi di governo e lo scioglimento delle Camere erano all’ordine del giorno.
Nei partiti di governo non sono mai entrati ne il PCI ne il MSI.
Così i progressisti italiani sono stati rappresentati per 40 anni dal Partito Comunista, un utopia che li ha sempre tagliati fuori da qualsiasi dialogo nel Parlamento e nei Governi.
E così i progressisti italiani potevano solo gridare “addavenì Baffone”, sognando l’arrivo di Stalin in Italia a liberarli dagli infiniti soprusi e ladrocini di cui era capace la Democrazia Cristiana.
E’ da ricordare come l’élite fascista, in mancanza di un vero regolamento di conti, cosa avvenuta invece in Germania con i nazisti, si sia completamente riversata nel nuovo soggetto politico, sotto le ali protettrici della Chiesa, anch’essa terrorizzata da uno sviluppo Comunista in Italia.

Insomma alla fine le oligarchie fasciste, tranne casi eclatanti di giustizia sommaria per crimini odiosi contro l’umanità, erano state lasciate li, esattamente dov’erano durante il ventennio, per garantire ai liberatori che non si affermasse l’ideologia comunista. In molti casi i siciliani sono stati rappresentati direttamente da boss, mafiosi e fascisti.
Ed è in questo scenario che i “conservatori italiani” hanno sempre vinto le elezioni. I progressisti avevano puntato su un soggetto rivoluzionario più che su un partito di governo.
Per questo, NATO e CIA cominciarono a sponsorizzare reti segrete (spesso paramilitari) nei paesi occidentali: formate da persone della società civile e militare ritenute affidabili, queste organizzazioni si basavano su valori quali l’anticomunismo e l’atlantismo. In Italia, la più famosa, è stata l’operazione Gladio.

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È morto Maurizio Costanzo. Aveva 84 anni, indiscusso protagonista della storia della tv italiana, Costanzo è stato giornalista, autore radiofonico, teatrale e musicale, sceneggiatore cinematografico, infine sul finire degli anni Settanta ideatore e conduttore del genere allora nascente del talk show. Qui riproponiamo la puntata de La Confessione che lo ha visto protagonista assieme a Peter Gomez

Charlie Puth

Charlie Puth è diventato famoso con la canzone ha raggiunto la fama mondiale grazie al singolo See You Again, colonna sonora del film Fast & Furious 7, per il quale viene nominato ai Golden Globe, ai Grammy Award, ottenendo un Critics’ Choice Award alla miglior canzone.

Tutti li definiscono “il duo italiano più contemporaneo e più brillante del momento”, hanno ragione: Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, entrambi attori, registi e drammaturghi, sono l’orgoglio della prosa italiana, la coppia artistica che tutti i teatri vogliono e che il pubblico adora. La loro fama in un ambiente in cui non esistono i famosi – il teatro non è Hollywood, si sa – i loro continui tour italiani e internazionali e la collezione di premi fra cui due Premi Ubu (rispettivamente come Miglior Novità Italiana per lo spettacolo Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni, 2014 e a Daria come Miglior Attrice nello spettacolo Reality, 2012) non hanno intaccato la bellezza umana di questa coppia artistica, sempre desiderosa di stare in mezzo alla gente e di fare chiacchierate brillanti, senza spocchia o atteggiamenti di facciata tipici di un certo ambiente teatrale.

Scriviamolo sopra i muri mentre piove e balliamo nudi, e sta piovendo mentre ballo nudo, perchè il mio Sud non è fatto di monarchi, di briganti, di valige di cartone, di bastimenti che partono. Non è un partito politico, non sono un neoborbonico, non sono un tifoso di calcio.
Ma al Sud, purtroppo, sono ancora presenti molti retaggi, fatti di luoghi comuni e convinzioni, che alla fine diventano muri che nascondono i veri colori di un popolo, che oramai si autodetermina nella rassegnazione, e che inerme, ha perso anche la speranza.
Lontani dal potere centrale il Sud è da sempre, una prateria sconfinata di orticelli, piccoli poteri, basati spesso su una burocrazia cieca (“quella di “un fiorino”) e incontrollata, e tenuti insieme dalle appartenenze politiche basate purtroppo sul vecchio sistema del voto di scambio, che esiste, in tutti i livelli della società, dai 20 € dati alle persone indigenti, alle cariche istituzionali più importanti. Nessuno si senta offeso, nessuno si senta escluso.

In qualsiasi settore noi rivolgiamo lo sguardo i metodi sono sempre gli stessi, scuola, sanità, occupazione, trasporti pubblici, comunicazione.
Nessun settore o servizio ha davvero al centro della propria azione i cittadini, così come dovrebbe essere. Così la scuola si manda avanti per gli insegnanti ed il personale scolastico, le asl stanno li per medici e personale medico sanitario, i trasporti in alcuni casi sfiorano il ridicolo ed hanno lo stesso principio di sopravvivenza dei precedenti, uffici postali in alcuni casi raccapriccianti, l’occupazione se la vendono i politici per i voti.




Scrivo queste cose non perchè penso che possano interessare a qualcuno,
Così le mission dei vari enti cambiano, si ribaltano.
La mentalità
In quest’ottica i riferimenti al Nord
Oramai si parte con la 24h, e nello zaino portiamo un tablet o un portatile, ma una cosa è certa, quando si parte ci si lascia dietro tutte le problematiche