Voci nel Vento

«Voci nel Vento»: palloncini azzurri e messaggi nel cielo per l’autismo La commovente iniziativa vede famiglie e bambini scrivere messaggi di speranza e affidarli a palloncini azzurri, liberati insieme nel cielo. Un gesto d’amore e condivisione per dare voce all’autismo in vista della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo (2 aprile). Napoli, 2 aprile 2025 – In questi giorni, in varie cittĂ  italiane, famiglie e bambini si sono riuniti per dare vita all’iniziativa «Voci nel Vento». La scena, semplice e carica di emozione, vede genitori e figli scrivere su piccoli fogli messaggi di speranza dedicati all’autismo. Questi bigliettini vengono poi legati a palloncini azzurri – il colore simbolo dell’autismo – e, a un segnale condiviso, i palloncini vengono liberati, innalzandosi insieme nel cielo terso. I messaggi, affidati al vento, volano così sopra le cittĂ  come voci che finalmente si fanno sentire. La potenza di questo gesto simbolico è immediatamente percepibile da chi vi assiste. Ogni palloncino che vola via porta con sĂ© un pensiero, una “voce” silenziosa che ora può parlare al mondo. L’obiettivo è rendere visibile l’invisibile e dare voce all’autismo attraverso l’amore e la condivisione. Pensieri che solitamente restano nel privato – nel silenzio di tante famiglie che vivono la quotidianitĂ  dell’autismo – diventano improvvisamente visibili a tutti, librandosi sopra le nostre teste. I messaggi nel cielo simboleggiano le tante voci delle persone nello spettro autistico e dei loro cari, voci che troppo spesso rimangono inascoltate. In questo modo ciò che prima era invisibile agli occhi della comunitĂ  viene reso tangibile e impossibile da ignorare. L’iniziativa «Voci nel Vento» acquista un significato ancora piĂą profondo in vista del 2 aprile, Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo. Istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007​ AUTISMO.IT , questa ricorrenza annuale richiama l’attenzione sui diritti e i bisogni delle persone con autismo in tutto il mondo. Alla vigilia di questa giornata, il volo simultaneo dei palloncini azzurri in tante cittĂ  rappresenta un messaggio condiviso di consapevolezza e speranza. Il colore azzurro che tradizionalmente illumina monumenti e piazze il 2 aprile – scelto come simbolo internazionale dell’autismo – riecheggia nei palloncini di «Voci nel Vento», unendo idealmente le comunitĂ  locali a quella globale in un’unica voce per l’autismo. La partecipazione a questa campagna di sensibilizzazione è aperta a tutti. I promotori invitano cittadini, istituzioni, scuole e associazioni ad unirsi al volo simbolico di Voci nel Vento e a farsi portavoce del messaggio di inclusione che esso rappresenta. Ognuno può dare il proprio contributo per accrescere la consapevolezza sull’autismo, in molti modi diversi. Ad esempio, in occasione del 2 aprile ciascuno può: Partecipare alle iniziative organizzate sul territorio in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo, prendendo parte attiva agli eventi e ai flash mob dedicati. Condividere sui social network e nei propri ambienti i messaggi di Voci nel Vento, diffondendo la consapevolezza e testimoniando il proprio supporto alle famiglie e alle persone autistiche. Sensibilizzare la comunitĂ  parlando di autismo con amici, colleghi e familiari, per promuovere comprensione, rispetto e inclusione verso le persone nello spettro autistico. Per le famiglie coinvolte, vedere i propri messaggi alzarsi in volo significa sapere di non essere sole. La liberazione simultanea di decine di palloncini azzurri dimostra che la societĂ  può e vuole ascoltare: il loro gesto mostra a tutti noi che ciascuna di quelle voci conta. Il 2 aprile, quelle voci nel vento ci ricordano che comprensione e solidarietĂ  iniziano da gesti semplici ma condivisi. Insieme, rendiamo visibile l’invisibile: un palloncino azzurro alla volta, diamo voce a chi non può esprimerla e costruiamo una comunitĂ  piĂą consapevole, inclusiva e unita.

All’inizio del XIX secolo, un autore desideroso di mantenere l’anonimato dĂ  vita a un romanzo storico ambientato nel 1400 a Roccarainola. Per quasi due secoli, questa preziosa opera rimane confinata tra le mani di pochi privilegiati. Tuttavia, l’eccezionale Domenico Capolongo, decide di riportarla alla luce, ristampandola e rendendola accessibile a un pubblico piĂą ampio. La trama avvincente, arricchita dalla maestria dell’autore anonimo, offre una dettagliata panoramica sui luoghi e sui personaggi storici, con alcune modifiche agli eventi al fine di rendere la storia ancora piĂą accattivante per il lettore.

Questa narrazione straordinaria merita non solo di essere tramandata attraverso le generazioni, ma di avere un peso maggiore nella considerazione popolare, cosa che non è ancora avvenuta, e auspico che quest’anno si possa finalmente compiere tale nobile compito di diffondere e preservare questa storia affascinante.

Al centro di questa straordinaria vicenda emerge la figura tanto dibattuta di Lucrezia D’Alagno, figura chiave che, secondo la narrazione, sarebbe nata a Roccarainola insieme ai suoi fratelli. Qui, tra le lussureggianti terre adatte alla caccia con i rapaci, avrebbe incrociato il destino con Alfonso, durante una delle sue giornate trascorse nel territorio. Non solo Roccarainola avrebbe assistito a questo incontro, ma avrebbe visto crescere Lucrezia, destinata a diventare nei successivi dieci anni la regina “di fatto” del Regno di Napoli. Nonostante il suo status di regina, la sua nascita a Roccarainola la rende, in ogni senso, una figlia della cittĂ , prima di trasferirsi a Torre Octavia e Castel Novo (Torre Annunziata e Napoli).

Tuttavia, ogni anno la rievocazione della storia si interrompe prima della morte di Alfonso, un evento cruciale che sottende l’inizio della saga del Romito di San Donato. Quest’anno, l’auspicio è di svelare l’intero racconto, portandolo alla luce e rendendolo accessibile a tutta la cittadinanza, in modo da immergersi completamente nelle vicende che hanno plasmato la storia di Roccarainola e dei suoi illustri personaggi.

2 Marzo 2021

Per qualche settimana la mia attenzione è stata focalizzata sul culto di San Gennaro. E come al solito Napoli mi ha regalato la meraviglia e lo stupore. Girando il piccolo documentario con Gabriel e Francesco ho scoperto cose bellissime, straordinarie.
Avevo sempre visto da fuori il fenomeno, la liquefazione del sangue, le imprecazioni delle fedeli, e tutto il folklore che ruota intorno a tutti i culti. Ed invece ho scoperto che quel culto è diverso, è il primo esperimento di culto dal basso, appartenente al popolo per una legge scritta molti secoli fa. Appartiene al popolo il culto, il tesoro e tutto quello che ruota intorno al santo. Ho chiesto per strada e alcune persone mi hanno detto che erano atee ma che credevano in San Gennaro 🙂 ! E’ ovvio che la chiesa non tollera questa forte ingerenza, e nel corso dei secoli ha sempre tentato di fare qualcosa per attenuare il fenomeno, cercando di interrompere quella tradizione lasciandola nell’oblio, tentando di declassare San Gennaro a Santo minore, inserendo elementi togati nella deputazione, dando una nuova definizione da miracolo a prodigio.
Sta di fatto che ho scoperto che il vero miracolo lo fanno i Napoletani, con il loro credere, con il loro fatalismo, collegando il presagio, trasmettendo il culto per generazioni. E’ lunga da spiegare, ci sono testi appositi per capire ma come al solito posso solo dire Ti amo Napoli perchè sei differente 🙂 !.

Cristina è un angelo della luce. E’ capace di farti l’oroscopo nel corridoio mentre vai a mensa, e siccome siamo dello stesso segno zodiacale, mi aggiorna continuamente sui movimenti di Saturno, Giove e Plutone.


Ci siamo conosciuti durante una delle 12000 fregature che mi ha rifilato il “palazzo”, all’inizio ero incazzato nero, poi mi sono accorto che una volta tanto il palazzo mi aveva fatto un favore, incautamente mi aveva regalato una amica, una sorella.
Lei canta e suona la chitarra, adolescente, ragazza e donna ribelle, da qualche parte ho visto una sua foto che inforcava una moto in un deserto.
Ha vissuto a 450 all’ora, e solo adesso, forse, sta cominciando a tirare il freno, un po come i campioni di motogp quando tirano la staccata piĂą lunga possibile.
Cristina potrebbe anche avere Saturno sulla panza, non ti nega mai un sorriso, le voglio bene.



La prima antologia dedicata al drammaturgo Samy Fayad, che scrisse per i principali artisti del Sud Italia, fra cui Peppino De Filippo e Nino Taranto, e fu tradotto e messo in scena nei teatri di tutta Europa e America. Il volume, con ampio apparato critico, contiene anche testi inediti e mai rappresentati, offrendo un’ampia panoramica dell’opera multiforme e della scrittura di Fayad.