E’ l’anno 1457, Ugo d’Alagno diventa feudatario di Roccarainola, sposando Francesca di Pietramala, nipote del precedente feudatario Floramonte di Pietramala. Lucrezia nel periodo dei festeggiamenti per il matrimonio del fratello, lo raggiunge nel suo castello, è una donna bellissima, e soprattutto è la favorita di Re Alfonso il Magnanimo, il Re di Napoli. La strega Iside colpita dalla bellezza della donna, lancia un incantesimo che colpisce non solo Lucrezia, ma anche la cittadina: “Ogni primavera Roccarainola tornerà nel XV secolo, e solo il migliore tra cavalieri dei sette casali intorno al castello, con l’aiuto di un amuleto, potrà svelare la strega e metterla al rogo nella notte del solstizio d’estate (21 giugno)”. Se la strega non verrà svelata Lucrezia morrà e la cittadina resterà nel medioevo fino alla primavera successiva. L’incantesimo dormiente da 3 secoli, viene riattivato per caso nel 2015, dal Sindaco del paese, con alcune gocce della pozione ritrovata in una cantina, versate nel solito bicchiere di aranciata che il sindaco da anni scrocca scaramanticamente al suo compagno di partite a scopa, Peppino. La strega si impossessa della persona che apre lo scrigno, che come un automa porta a termine l’intrigo. Lucrezia girerà i Casali per nominare i cavalieri che parteciperanno al Palio dal quale uscirà il migliore…….

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2015 La Genesi

Ho davvero amato quell’evento, mi ha messo in contatto con tantissime persone di Roccarainola che non conoscevo, l’ho fatto senza secondi fini, è stato bellissimo, anzi magico. Vedevo negli occhi di tutti un entusiasmo contagioso, allegria, la voglia di partecipare. Tutta quella positività ha messo in moto la mia creatività, ricordo che in quel periodo non facevo che pensare alla Damigella del Re 😀 .
Ho cercato, non senza difficoltà, di cucire una sceneggiatura, creando dei personaggi che alimentassero la curiosità popolare intorno all’evento. Grande ispirazione mi arrivava dalle persone, era un brainstorming continuo, ognuno mi proponeva la sua visione, il suo vissuto, io non ho fatto altro che mettere tutto insieme. Amavo tutti e tutti mi amavano. E ogni cosa ha il suo prezzo, sono abituato.
E’ stato un bellissimo periodo, mi ha riavvicinato ai miei luoghi dove non conoscevo nessuno perché la mia vita si è svolta sempre altrove. Ho chiuso entrambi gli occhi su fatti artistici, politici… etc, dando la precedenza alle mie radici e alla preziosità di quelle relazioni.
Avevo messo in moto la mia curiosità e la mia ispirazione. Ho dato tutto me stesso. Era il 2015 e Gabriel che ha girato tutto l’evento aveva appena 17 anni. Una mole di lavoro immensa, non pesava perchè fatta con entusiasmo.
La Damigella del Re del 2015, Francesca, è diventata la ragazza di Gabriel ed è parte della nostra famiglia
A seguire parte del lavoro svolto per l’edizione 2015:

2015 Giracasali Gargani e Piazza

TG Itinerante a Roccarainola

Damigella del Re Al TGR Campania

I Selfie per Lucrezia

Quando vai a testa bassa per realizzare qualcosa e di mezzo c’è la politica finisci inevitabilmente per mettere i piedi negli orticelli. I sorrisi e l’amore della gente si sono presto trasformati nelle facce seriose del cerchio magico intorno alla politica che puntava su quell’evento probabilmente per dare visibilità all’azione amministrativa. E’ stata una delusione enorme, mi sono cadute le braccia.
Nel 2016 cominciai la collaborazione realizzai i primi promo, ma non sono riuscito ad arrivare fino in fondo, l’atmosfera non era più la stessa.

Photogallery 2015


2016

Prologo 2016

Presentazione Damigella Del Re 2016 : Isabella Foresta

Il mio sfogo



2022 i m back

Dopo 7 anni dall’ultima edizione mi è stata affidata la comunicazione dell’evento.
Così ho realizzato un corto al maschio Angioino dove racconto la storia di Lucrezia con Alfonso V D’Aragona.
Ho composto anche le musiche del cortometraggio per le voci di Pina Iesu e Carmen De Ponte.
L’evento è affidato a Nello Lettieri, un ragazzo in gamba e capace.

Io e La Damigella del Re

Regia Francesco Maria iovino Gabriel Isaak Iovino
Music and Lirics Felice Iovino
Produzione Iovinocinemakers

Damigella del mio Re è cantata da Pina Iesu e composta da Felice Iovino

O mio tempo o mia fortuna è cantata da Carmen De Ponte è composta da Felice Iovino

Testo del cortometraggio

O Lucrezia, ambiziosissima Lucrezia! Quanto sei stata amata, invidiata, odiata. Sono passati 600 anni e si parla ancora di te, bellissima, colta, intelligente, poi potente. Avevi in pugno tutta la nobiltà, un popolo e un Re.
Alfonso, un uomo, un guerriero, un politico scaltrissimo che sapeva ben tessere le sue alleanze per arrivare al potere, uno che conosceva benissimo l’animo umano, l’avidità, la bramosia. Sei riuscita a metterlo in ginocchio, a farlo sembrare persino una futile marionetta tra le tue mani.
Un uomo di 53 anni ammaliato dalla potenza che può sprigionare una giovane donna, consapevole ed ambiziosa, oggi diremmo sveglia.
Per dieci anni la tua stella ha brillato luminosissima sul regno di Napoli, al punto da diventarne la regina di fatto.
Chi avesse voluto qualcosa dal Re doveva rivolgersi a te.
Il re cambiò di fatto la sua residenza, quel presidio chiamato Torre Ottava, quella che oggi è Torre del Greco, divenne il crocevia di affari politici e diplomatici.
La tua nobile e decadente famiglia, ebbe una enorme fortuna, in titoli, possedimenti, feudi.
Bastava chiedere, il Re non ti avrebbe negato niente, sei diventata ricchissima e sapevi ben gestire i tuoi affari.
Somma, Caiazzo, Ischia, oro, gioielli. E pensare che quando incontrasti il Re durante una festa, lui ti porse una borsa piena di “Alfonsini” le monete coniate dal Re, tu ne tenesti uno solo restituendo il resto dicendo “di Alfonsini ne basta uno!”.
Dev’essere stato un colpo al cuore per il 53enne. Quell’attenzione disinteressata aveva fatto centro.
Avevi scoccato il tuo dardo, e il Re non aveva scampo.
Hai usato quel potere che vale più di tutti i soldati, i cavalieri, i cannoni e tutte le armi del regno messe insieme, la seduzione.

Così il Re come avevi ben previsto, ti cercò. All’inizio per gioco, l’avevi incuriosito ed ammaliato.
Non era difficile, del resto era sentimentalmente annoiato, con una moglie in Spagna che non vedeva da 30 anni, per giunta sterile e in cattiva salute, e uno stuolo di cortigiane interessate, dalle quali aveva avuto diversi figli illegittimi, tra questi c’era Ferrante il suo erede al trono.
Portasti al Re quella ventata di freschezza, quell’energia, quella voglia di ricominciare, ma soprattutto quella grande illusione di essere immortale, che ti da quel bellissimo sentimento che è l’amore.
Ma tu eri perfettamente lucida, gestivi quel potere, aumentando il prestigio e le ricchezze della tua famiglia e il Re non aveva nemmeno cura di tenere segreto il suo sentimento, cosi ti ostentava pubblicamente al suo fianco sempre, in cortei, giochi, tornei, nascondendo forse sminuendo anche a se stesso l’esistenza di una moglie, in spagna, forse malata, ma pia, paziente, devota, e soprattutto discendente della potentissima famiglia reale spagnola.
Senza contare le altre amanti del Re, i loro figli e le ambizioni di ognuna.
Il gioco si era fatto più complicato e pericoloso.
L’amore di Alfonso ti ha illusa.
Ti ha fatto credere che niente fosse impossibile, o Regina, e tu ci hai creduto, cosi tanto da osare chiedere l’annullamento del matrimonio di Alfonso con Maria, la sterile moglie spagnola del tuo amante.
Ed andrai a chiederla al nuovo Papa, Callisto III che tra l’altro è stato un cortigiano di re Alfonso e per giunta è un tuo familiare.
Potrà mai negarti questo atto di giustizia?

E invece si, lo farà, facendo finta di temere le fiamme dell’inferno, ma in realtà prevarranno le ragioni di Stato.
E cosi la tua, diventerà una corsa contro il tempo, con un Re 64enne ed una corte oramai sempre più gentile, ma intimamente ostile, che sta aspettando solo che il tempo finisca, che arrivi inesorabile il giorno.
e il 27 giugno del 1458 la malaria ucciderà Alfonso, e quel giorno cadranno molte maschere, molti sorrisi si trasformeranno in facce minacciose, ogni ipocrisia verrà alla luce.
A partire da Ferrante e sua moglie, minacciati dalla tua presenza nella successione al trono.
Non c’è più Alfonso a proteggerti, che dio Salvi la tua anima!

Felice Iovino