Pat Metheny: “Lyle è stato uno dei più grandi musicisti che abbia mai conosciuto” ha scritto Pat Metheny. “Per più di trent’anni, ogni momento che abbiamo condiviso nella musica è stato speciale. Dalle prime note che abbiamo suonato insieme, abbiamo avuto un forte legame. La sua grande intelligenza e le sue conoscenze musicali influenzavano il suo modo di essere. Mi mancherà con tutto il cuore”.
E’ da pochi giorni che ho saputo della morte di Lyle Mays, avvenuta nel febbraio di quest’anno terribile, aveva 66 anni.
E da alcune sere tornando a casa dopo il lavoro, ascolto “close to home”, forse tra le più semplici composizioni di Lyle, tant’è che al primo ascolto potresti confonderlo con Stephen Schlaks ( 😀 ), poi inizia con le sue progressioni armoniche e lo riconosci.
Lyle era il pianista di Pat Metheny, il core del suono del chitarrista jazz, con le sue armonie sempre in bilico tra le tonalità, mai scontate.
Quando penso al suo suono mi chiedo quando inseriranno nei bollettini di dichiarazione Siae la quota in ventiquattresimi anche per le armonie. Sembra che per la Siae esista solo la melodia, basta fischiettare un motivetto e becchi tutto 😀 .
Chissà perchè poi la musica di Lyle Mays mi fa pensare alla ripartizione dei diritti Siae? Dev’essere per le mie storie di negazione dell’ autorialità per legge, contratto e mancanza di cazzimma?
Una cosa è certa: le armonie di Lyle hanno fatto la differenza, ma soprattutto hanno fatto scuola.