Nasce a Potenza nel 1931, si laurea in architettura all’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel 1957, entra a far parte nello studio di Francesco Della Sala dove conosce Massimo Pica Ciamarra nel 1963; entrambi realizzarono insieme a Michele Capobianco, il Palazzo della Nuova Borsa Merci. Vive a Napoli da sempre, dove insegna presso la Facoltà di Architettura dell’Ateneo Federiciano. Artista e designer di rilievo internazionale. I suoi lavori sono presenti in numerose collezioni private e nei più prestigiosi Musei europei e d’oltreoceano (Musèe des Art Decoratifs, Parigi; Museo di arti decorative, Groningen – Olanda; Denver Art Museum, Denver-Colorado; Museo d’Arte, Montréal – Canada; Museo della Triennale di Milano). Dalisi appartiene a quella generazione di architetti, cresciuti sulle ceneri di un razionalismo ormai in crisi. Laureatosi a Napoli nel ’57, in pieno “razionalismo organico”, si è distinto come l’architetto inventivo. Allievo di Della Sala, che aveva lavorato con Gropius, imparò, da lui, l’incontentabilità: non essere mai soddisfatti dei risultati, lasciarsi stimolare anche dall’errore, una variabile che apre spazi mai programmabili. Negli anni sessanta si dedica anche al design realizzando un tavolo smontabile e riciclabile mentre nel 1969 diventa professore alla facoltà di architettura di Napoli e nel 1973 è uno dei fondatori del movimento dei Global Tools, che nasce come pura espressione del Radical design e di cui racconta origini e sviluppi nel n° 10&11 della rivista Spazioarte, curato da Ugo La Pietra e dedicato all’Architettura radicale. [1]. Sempre in quegli anni realizza opere di riqualificazione del Rione Traiano sfruttando la cooperazione con gli artigiani locali. Nel 1979, incaricato dalla ditta Alessi di produrre una versione della classica napoletana, inizia il suo lavoro di ricerca sulla caffettiera napoletana. Dai prototipi inventati nel quotidiano rapporto coi lattonai ed i ramaioli di Rua Catalana, Dalisi ha sempre sperimentato nuovi usi e funzioni per quello strumento che è ormai diventato il fulcro di un’opera buffa del design, premiata con il Compasso d’Oro 1981. Questa ricerca, che ha prodotto caffettiere di varie fogge e sculture che giocano con i sottintesi di quelle vecchie forme, sembra non avrà mai fine, come la manipolazione di un oggetto magico, che rivela ad ogni mossa del giocatore una parte nuova di sé e dell’uomo che lo muove. È stato come entrare nei sotterranei della storia d’un popolo, nell’anima di una città attraverso un processo di analisi storica e sociologica; la caffettiera si è animata, si è fatta produzione fantastica, espandendosi sempre più. Nel 1987 la caffettiera napoletana entra in produzione e Dalisi diviene internazionalmente noto.
E’ scomparso a napoli il 9 aprile 2022