AL CENTRO DELLO SPAZIO CHE NON HO

Il tuo spazio si restringe, e non è un caso

e giorno dopo giorno, diventa sempre più piccolo. Sopravvivere è diventato insostenibile. Bollette, cibo, affitti. Quello che guadagni non basta mai e sei costretto a rinunciare. Lavori, lavori, ma non fai una vita decente. Non è una sensazione, è un dato di fatto.

La nostra è una nuova forma di schiavitù. I padroni non hanno più volto, sono invisibili. Si nascondono dietro società, pacchetti azionari, scatole cinesi, società di comodo nei paradisi fiscali. Quasi certamente non pagano le tasse in Italia, ma da qui drenano risorse, ricchezza, futuro.

Essere cittadini del mondo oggi è difficilissimo. Il capitalismo senza limiti ci ha relegati a parco buoi, numeri dentro fogli Excel. Ognuno di questi signori fa i propri calcoli per arricchirsi sempre di più, mentre a noi resta il conto da pagare.

Se il contrario del comunismo è il capitalismo, possiamo tranquillamente osservare che entrambi, quando sono governati dall’avidità umana, producono lo stesso risultato. Povertà diffusa, disuguaglianze estreme, oligarchi che accumulano ricchezze immense a danno della maggioranza. Un capitalismo senza freni e senza regole non mette la persona al centro dell’azione dello Stato, ma il capitalista. E questa non è libertà, è dominio.

Chi ha anche solo un minimo di dimestichezza con il diritto costituzionale sa che la Costituzione non è un pezzo di carta qualunque, ma l’insieme di regole che rende possibile la convivenza civile. È stata scritta da donne e uomini che avevano ancora negli occhi l’orrore di uno dei periodi più bui della storia umana, quando la vita perdeva valore giorno dopo giorno, fino quasi ad annullarsi.

In quelle parole c’è la sintesi del nostro stare insieme come popolo, come lavoratori, come persone. Ed è proprio per questo che non possiamo permettere che venga piegata o manomessa da un comitato d’affari travestito da governo, perché sappiamo bene dove porta lo svuotamento delle regole comuni. E quando ci sarà da scegliere, anche attraverso uno strumento come il referendum, la risposta non potrà che essere una difesa netta di quei principi, un NO a riforme che servono solo a chi comanda e non a chi vive e lavora in questo Paese.

Nel corso degli anni i pochi, quelli che hanno accumulato ricchezze enormi a danno degli altri, hanno cercato in ogni modo di cancellare quelle parole, di piegarle, di modificarle. Erano un argine ai loro affari, un intralcio. Oggi siamo in una fase delicatissima. Me lo dice la mia età, vissuta ad occhi aperti sulle mutazioni politiche ed economiche di questo Paese. Non abbiamo al potere campioni di solidarietà. Abbiamo affaristi che usano la politica e i media per mantenere e migliorare i propri privilegi.

E quei miglioramenti li paghiamo noi, nel carrello della spesa, nelle bollette, nei pedaggi autostradali, negli affitti. Chi prova a cambiare questo sistema viene immediatamente travolto dalla macchina del fango, che riporta tutto com’era prima.

Così le tre cose fondamentali per vivere, cibo, acqua e un tetto sulla testa, non hanno più limiti. Nessuno.E chi protegge il parco buoi dall’avidità dei consigli di amministrazione che ogni giorno si riuniscono per succhiarci altro sangue? Nessuno. È una giungla. Sopravvivere è diventato un gioco di ruolo, mentre il tuo spazio si riduce secondo dopo secondo.

Nel frattempo i media ti dicono che il problema sono gli extracomunitari, i musulmani, il diverso. La verità è che quello spazio te lo sta togliendo quell’1 per cento che si arricchisce senza limiti, senza etica, senza responsabilità. Le regole esistono, certo, ma se le fanno scrivere dai parlamenti compiacenti. E quindi stanno perfettamente dentro le regole.

Ai nostri figli stiamo consegnando uno status di schiavi. Affitti che equivalgono a uno stipendio, città accessibili solo a chi può permettersele, gli altri spinti ai margini. Un mercato immobiliare fuori controllo, frutto di speculazioni su un bene primario e su un diritto fondamentale, il diritto ad avere un tetto sulla testa.

Non c’è limite e non c’è solidarietà. La casa deve tornare ad avere una funzione civile e sociale. Chi vuole investire lo faccia su altro, non sulla pelle di milioni di giovani.Siamo un Paese a crescita zero. Ci sarà un motivo. È insostenibile. Sfrattare una famiglia per trasformare una casa in uso foresteria che rende dieci volte tanto è ormai normale. A breve arriveranno le multinazionali a fare lo stesso gioco e i prezzi saliranno ancora.

Questo è il prezzo del liberismo.Questo è il prezzo del capitalismo senza regole.Questo è il prezzo di società arrivate al capolinea del loro destino.

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