La camorra bianca è l’appartenenza a  gruppi, solitamente familiari, che esprimono la loro egemonia su un territorio o in un contesto ben definito, in concorrenza con altri soggetti, estranei ai gruppi che in equilibrio tra loro esprimono tale dominio.
E’ una mentalità, tipicamente meridionale e campana, un modo di essere, che preclude a qualsiasi forma di sviluppo estraneo, spesso uccidendo da dentro qualsiasi forma di azienda o aggregazione sociale. Qualsiasi tipo di evoluzione non è concepibile se non è alla portata dei membri di quei gruppi.
Quando un organismo, e spesso si tratta di aziende pubbliche, si regge su tali equilibri, i valori sono capovolti, in quanto contano di più di ogni cosa,  i legami di sangue e  di collusione. Solitamente l’organismo fa fatica ad accettare elementi esterni, che nella maggior parte dei casi, vengono vessati, oscurati, messi in cattiva luce, anche e soprattutto quando esprimono conoscenze e meriti. Inutile dire che i soggetti appartenenti a tali nuclei, fuori da quel contesto non avrebbero lo stesso peso. L’integrazione con soggetti esterni è ben selezionata, con elementi allineati da interessi comuni, e serve a dare al “sistema” l’apparenza di una “composizione mista”.