“‘A camorra song’io” – A67 : il remake Liberi&Ribelli L’appuntamento era alle 11 del 21 Luglio nel fantastico studio/sala prove Arte 58 di Roberto Perrone nel cuore del quartiere di Bagnoli. Dovevamo realizzare il remake di “‘A camorra song’io” con gli A67, che a 15 anni esatti dalla sua uscita conserva intatta la sua potenza. Non posso usare la parola “canzone” per definire “‘A camorra song’io”, รจ qualcosa di piรน, รจ un manifesto, qualcosa che ho incontrato centinaia di volte quando cercavo musiche per gli approfondimenti di cronaca nel periodo delle faide di camorra. Per questo motivo gli associo immagini di dolore e crudeltร , e quindi forse su di me ha un impatto emotivo molto forte. “Se a paura fa 90, a dignitร fa 180” รจ l’urlo di Daniele Sanzone, voce e autore degli A67, che sintetizza un meccanismo basato sulla paura, sull’omertร , e sulla voglia di liberarsi e ribellarsi a quel sistema cosรฌ radicato nel nostro tessuto sociale, che sembra che non possano esistere altri tipi di realtร . E la Scampia del 2005 รจ uno scenario surreale dove lo spaccio “quasi libero”, le continue faide e i morti innocenti sono diventati la normalitร . Gli A67 si sono trovati al centro di quel tifone, proprio dove il vento non รจ fortissimo, e hanno avuto un punto privilegiato (e doloroso) di osservazione. Sanno di portarsi quel mondo addosso, come una seconda pelle, che condiziona i loro atteggiamenti e le relazioni con il resto del mondo. In quell’inferno nasce questa Rock band che nel corso del tempo ha lavorato sul suo sound introducendo anche suoni elettronici, ma il suono crudo della chitarra distorta di Enzo e l’incalzante incastro tra basso e batteria sono sicuramente l’urlo degli A67, che continua a farsi sentire anche a 15 anni di distanza. Il video uscirร nei prossimi giorni. Stay tuned!
Abbiamo registrato ‘a camorra song’io dal vivo utilizzando la mia 18/20. Ieri sera ho terminato la produzione audio ed il montaggio delle riprese video. Tutto in un giorno!
Rancio Fellone 2016 e Chele n’goppe o’gruv puort’o bit, Vai!
Il vรฉ, camminรฉ, pur lo scogl, avec lu chelon, le range fellon le range fellon
Il vรฉ camminรฉ, le range fellon
Il s’arrampica da lu scogl de la Gaglioul
finu a lu Virgilien e trov munnes pe tut part
che l’umanitรฉ jet quand se va’ fa le sciascel ngoppe a muntagnel
le range fellon scend par Pusillipe arrive a Mergellein
e trov nu scogl ricupert de scement
Purcua’ l’umanitรฉ tene che s’abbusch le sord
a ricuprir tut de merd Il s’a domand purqua,
e caminand caminand arrive a pizza Bellein
il trov na guer, divastante! spritz contro sritz nella testa della jaente
per le strrad le fa sta distrut, interrat, e poco cumbativ
Cammina, e arrive vers Marcianise, allรฌ addaรฌ…
passan pe Giulien, trov l’Uscen, passan per Meren trov Leruร Marlen,
la vita s’รจ difisile s’arrive a na discarica de merd.
aro la gent vot sot o tappet tut a munnez c’a ten nguorp
chesta cosa a lu range fellon le fa tant mal piange cammina e va,
il vรฉ… Il vรฉ, camminรฉ, pur lo scogl, avec lu chelon, le range fellon
Parblรฉ, parblรฉ le range fellona bastemmie
bestemmie pur tut la distrusion
purquร il s’arricord lu temp a cu l’omm campav
ensieme a natur felis e invesc mo’ distrug, distrug e nu pens’ais
Nu pens a lu gambaret nu pens a la padel
e pas da la padel a bresc e le range fellon pens e disc:
Umanitรฉ, je ne parl pa’, tu ne parl pa’ tu ne parl pa tu me par e pal tu me par u purptiel
Purquร ? Le ranf le mettet ovunque pur pigliar la rob le dener
a nascondr la veritรฉ nu si fa si vulรฉ vivre ben con lo scogl
purquร lo scogl s’รจ la libertรฉ, il vรฉ…
Le range fellon distrut da tut chel c’ha vissut
s’arricord lu scogl e decid de turnรฉ
se pigl nu passage da lu capitonn co lu capitan da lu baf ros,
parev nu trichec e l’insagnรฉ una lege fascil
che la vi se puรฒ difendr sul si le rangetel
se mettn co le chel unit e diventn livr, livr
e ritorn a vivr cu la leg d elu scogl
Purquร lu scogl te disc sul: libertรฉ, egalitรฉ ma sopratut fratammรฉ!
Il vรฉ, camminรฉ, pur lo scogl, avec lu chelon, le range fellonโฆ.
Nicolรฒ Annibale ed i suoi amici sono piรน o meno dei 20enni. Erano increduli ed emozionatissimi di essere a Music&thecity. Noi ascoltavamo continuamente nuove band e musicisti finchรจ non trovavamo qualcosa che valesse la pena proporre al pubblico. Avevo visto il video di Nicolรฒ girato nel suo salotto dall’amico videomaker, e mentre guardavo la batteria montata davanti al divano e le tastiera vicina al camino il pezzo esplode e Nicolรฒ urla a squarciagola e disperato “Lassame sta”, un interpretazione cosรฌ sentita ed efficace che mi sembrava Cocciante in “Bella senz’anima” (pezzo lento cult della mia generazione, con analoga esplosione finale). Ho dovuto convincere Marta (18enne) a cantare perchรจ diceva di non avere voce (in realtร forse era solo bloccata dall’emozione perchรจ poi ha cantato benissimo). Tenerezza …
Il mio cuore รจ una goccia di sole Che serve a scaldarti e a lasciarti fiorire A crescere i frutti che quรฌ lasceremoIl mio petto รจ una grotta di luce Un posto per stringerci e dormire La mia pancia รจ una valle di fiori Per dare ai tuoi occhi i colori che ami Per dare al tuo naso i profumi che cerchiL’universo รจ un amore che cresce dentro di noi Ma esplode nel mondo E unendo le stelle si disegnano i sogni E i sogni le nostre emozioniIl mio petto รจ una grotta di luce Un posto per stringerci e dormire La mia pancia รจ una valle di fiori Per dare ai tuoi occhi i colori che ami Per dare al tuo naso i profumi che cerchiL’universo รจ un amore che cresce dentro di noi Ma esplode nel mondo E unendo le stelle si disegnano i sogni E i sogni le nostre… L’universo รจ un amore che cresce dentro di noi Ma esplode nel mondo E unendo le stelle si disegnano i sogni E i sogni le nostre emozioni
Gnut L’ammore ‘o vero
Magari fuss tu l’ammore overo Io ‘ngopp all’acqua cammenass ‘a pere ‘E viecchie addeventassero criature E ‘a pietto scumparesse ogni paura Se overo fuss tu l’ammore eterno Restasse ‘a primmavera pur ‘a vierno Nun s’addurmesse l’orso fino a marzo E ‘a gente nun dicesse ca so pazz’Se overo fuss tu l’ammore eterno Restasse ‘a primmavera pur ‘a vierno Nun s’addurmesse l’orso fino a marzo E ‘a gente nun dicesse ca so pazz’Magari fuss tu l’ammore overo ‘Ngopp all’acqua cammenass ‘a pere ‘E viecchie addeventassero criature E ‘a pietto scumparesse ogni paura
GNUT Quello che Meritiย
Prenditi le cose importanti Mettile in tasca e vattene via, Prenditi quello che meriti E dona a chi merita la tua poesia. E non lo sapremo mai A cosa servirร Tutto questo dolore che c’accompagna, Forse a sentire piรน forte il profumo del mare. Forse in un modo o nell’altro Ci rende migliori. E non so chi sarร , e perchรฉ, Ma forse capiremo che Sarebbe stato meglio ridere, Sarebbe stato meglio vivere E non rimandare tutto. Prenditi quello che meriti E dona a chi merita quello che puoi, Prenditi quello che meriti E dona a chi merita quello che puoi, Prenditi quello che meriti E dona a chi merita quello che puoi, Prenditi quello che meriti E dona a chi merita quello che puoi. Che sarร , e perchรฉ? Ma forse capiremo che Sarebbe stato meglio vivere, Sarebbe stato meglio vivere E non rimandare tutto. Prenditi quello che meriti E dona a chi merita quello che puoi, Prenditi quello che meriti E dona a chi merita quello che puoi, Prenditi quello che meriti E dona a chi merita quello che puoi, Prenditi quello che meriti E dona a chi merita quello che puoi.
Dietro il progetto Gnut si cela Claudio Domestico, una tra le migliori voci del cantautorato contemporaneo. Attivo dal 2008, dopo varie pubblicazioni in Italia, tra cui lโalbum โRumore della Luceโ (2009), sempre prodotto da Piers Faccini, per la prima volta Gnut varca i confini nazionali con โHear My Voiceโ, distribuito in formato fisico (vinile 12โ edizione limitata) in Francia ed Inghilterra. Questi quattro nuovi brani, scritti dal poeta Alessio Sollo e GNUT, e cantanti in napoletano, sono stati registrati alla fine del 2017 nello studio di Piers nelle Cevennes, in Francia. La voce di Gnut ben si sposa a questi brani, una voce familiare al cantautorato napoletano ma con un timbro moderno che rimanda ad Elliot Smith e Bon Iver. In queste quattro stravaganti composizioni, il mandolino chiacchera con una chitarra tremolo mentre le pelli delle tammorre si fondono con gli accenti della batteria e con i cori . Queste canzoni non raccontano solo di storie dโamore, tradimenti e serenate, ma lasciano trasparire tutto il fascino di una cittร come Napoli, che vive attraverso la rappresentazione e la reinterpretazione di Gnut! โSono quattro canzoni dโamore in una lingua in cui non esiste il verbo โamareโ. In napoletano lโamore รจ solo un sostantivo โlโammoreโ. Non รจ possibile dire in napoletano โti amoโ, sarebbe tradotto con โte voglio benโโ. Questa cosa spinge i poeti e gli autori di canzoni a cercare delle soluzioni alternative per esprimere i propri sentimenti, come figure retoriche o metafore. Il poeta Alessio Sollo scrive e pubblica sui social, decine di poesie al giorno, ripetendo tutti i gironi questo esercizio stilistico. Questi brani sono il mio tentativo di mettere in musica questa sua attitudine. Da questa collaborazione sono nati quasi tutti i pezzi del disco. Dal punto di vista musicale ho cercato di fondere elementi della mia trazione musicale, โla canzone napoletanaโ, con altri altri generi piรน distanti dal mio mondo. Mi sono ispirato al blues, al folk inglese e alla musica africana del mali. Per questo lavoro รจ stato naturale cercare un confronto con Piers Faccini che per me resta un grandissimo punto di riferimento e dโispirazione. Un vero maestro nel miscelare sonoritร geograficamente distanti nel rispetto della personalitร dellโartista che produce. Per me รจ un grande onore โ Gnut (Claudio Domestico)
Ama le foglie che il vento ha raccolto E ammucchiato sui muri Ama le noie che hanno ucciso Il rapporto dei tuoi genitori Ama le mani dell’uomo che รจ stato Capace d’andare E non tornare piรน
Ama gli armadi dove hai messo a tacere paure e fantasmi Tutte le volte che hai finto Di avere magnifici orgasmi Ama l’ufficio anche se i sogni risiedono altrove E non pensarci piรน… ร questione di qualche minuto E arriva il futuro
Abbi cura di te, abbi cura di te Origliando l’amore Abbi cura di tutte le cose Anche di quelle che fanno dolore Abbi cura di te, abbi cura di te Fino all’ultimo giorno Fino a che questa strada si spenga Senza fare ritorno
Ama l’insonnia che fissa i tuoi occhi Dal buio della stanza E tutti i treni che negli anni Hanno avuto una falsa partenza Ama i tuoi errori perchรฉ Prima o poi verranno a trovarti E non pensarci piรน… ร questione di qualche minuto E arriva il futuro
Abbi cura di te, abbi cura di te Origliando l’amore Abbi cura di tutte le cose Anche di quelle che fanno dolore Abbi cura di te, abbi cura di te Fino all’ultimo giorno Fino a che questa strada si spenga Senza fare ritorno
E non importa se amare Affatica i tuoi giorni Abbattendo ogni stupida forma Perchรฉ l’amore che dai E’ l’amore che torna
E… Abbi cura di te, abbi cura di te Origliando l’amore Abbi cura di tutte le cose Anche di quelle che fanno dolore E abbi cura di te, abbi cura di te Fino all’ultimo giono Fino a che questa strada si spenga Senza fare ritorno
Maldestro – Canzone per Federica
Sarร che un giorno si brucia Come si brucia la vita Sarร che il tempo lo conti Appoggiando il naso alle dita
Sarร la legge complessa Di questa immensa natura Sarร la forza di piangere Non lasciarti da sola
Sarร che ogni caduta ร l’inizio di un altro volo Sarร che il meglio di vivere Lo trovi in un uomo solo
Sarร che siamo creature Fatte di polveri e inganni Per correggerci il cuore Non basteranno questi anni
Sarร quest’ansia da studio A farti odiare il mattino Sarร il silenzio di un padre A farti amare un bambino
Sarร il tuo libero arbitrio A incasinarti l’umore Sarร che siamo architetti Del nostro stesso dolore
Sarร un tuo vecchio nemico Il tuo piรน intimo amico Sarร l’assenza di Dio A portarti verso il tuo io
Sarร un tiro di erba A farti stare una merda Quando ti scoppia la testa E vuoi lasciare la festa
Ma tu, cammina, cammina Accumula strade Lasciando che tutto si muova
Ma tu, respira, respira Non chiudere gli occhi Se il buio della notte ti trova
Sarร che un fiore resiste Il tempo di una stagione Sarร che a volte un abbraccio Lo trovi in una canzone
Sarร la noia degli amici Di qualche sabato sera Sarร la mamma in cucina Che non รจ piรน come allora
Sarร ogni porta che chiudi A mescolarti le carte Sarร che quando vuoi andare La moto รจ ferma e non parte
Sarร che una risposta La trovi dentro a uno sguardo Che un incontro perfetto ร frutto di un ritardo (frutto di un ritardo)
Ma tu, cammina, cammina Accumula strade Lasciando che tutto si muova
Ma tu, respira, respira Non chiudere gli occhi Se il buio della notte ti trova
Balla, da sola oppure in mezzo alla gente E canta, perchรฉ nessuno ti tolga niente
Ma tu, cammina, cammina Accumula strade Lasciando che tutto si muova
Ma tu, respira, respira Non chiudere gli occhi Se il buio della notte ti trova
Sarร che un giorno si brucia Come si brucia la vita Sarร che il tempo lo conti Appoggiando il naso alle dita
Sarร la legge complessa Di questa immensa natura Sarร la forza di piangere
Bio
Maldestro, pseudonimo di Antonio Prestieri (Napoli, 11 marzo 1985), รจ un cantautore italiano.
Comincia giovanissimo a studiare pianoforte ma durante l’adolescenza si avvicina al teatro e da quel momento decide di dedicarsi completamente alla recitazione, alla regia ed alla drammaturgia. Scrive oltre quindici opere e vince numerosi premi e riconoscimenti. Nel 2017 partecipa al Festival di Sanremo, nelle nuove proposte, vincendo il premio della critica Mia Martini e altri numerosi premi, tra i quali: il premio Jannacci, premio Lunezia, premio AssoMusica e quello per il miglior videoclip.
Nel 2013 decide di pubblicare alcune canzoni tra le quali “Sopra al tetto del comune” e “Dimmi come ti posso amare”, brani che gli faranno vincere tra il 2013 e il 2014 numerosi premi tra i quali il Premio Ciampi, De Andrรฉ, SIAE, AFI, Palco Libero e Musicultura) e che saranno poi contenuti nel suo primo album Non trovo le parole[1], pubblicato il 14 aprile 2015 e con il quale รจ arrivato secondo alla Targa Tenco come miglior album dโesordio. Maldestro รจ stato inoltre inserito nellโalbum del Club Tenco dedicato a De Andrรฉ.
Nel 2017 partecipa al Festival di Sanremo con il brano Canzone per Federica, classificandosi al secondo posto fra le “Nuove Proposte” e vincendo il Premio della Critica del Festival della canzone italiana “Mia Martini” relativo a tale sezione[3], il Premio Lunezia, il Premio Jannacci, il Premio Assomusica e il Premio Miglior Videoclip.
Il 24 marzo 2017 pubblica il secondo album, I muri di Berlino[5]. Il disco contiene fra gli altri il brano “Abbi cura di te”, che viene inserito nella colonna sonora del film Beata ignoranza.
Il 9 novembre 2018 pubblica il suo terzo disco di inediti Mia madre odia tutti gli uomini. L’album, uscito per Arealive con distribuzione Warner Music, viene anticipato dal singolo “Spine”.
Struggente…come solo una canzone napoletana puรฒ essere, Giovanni Block “Core Mio”
Core, core mio, ma cโhรช passato? Hรช fattโ โa faccia cchiรน janca dโ โo cielo caโ porta โa vernata. Core, core mio, lassโ โa paura, mโarapโ โmpietto, accussรฌ guardโ โo mare ca sโรจ fatto scuro. Core, core mio, damme โna voce, mรฒ vene โo tiempo ca te faccio scennere aโ coppโ โa sta croce.
Core, core mio, cu โe mmane aizate, hรช fattโ โa guerra a chi guerra tโha fatto o a chi cโha pruvato. Core, core mio, uocchie โe criature, miettete โe scarpe e accummuogliate bbuono; nun stร sempโ annure. Core, core mio, damme โna voce, mรฒ vene oโ tiempo ca te faccio scennere โa coppโ โa sta croce.
Giovanni Block (Napoli, 21 marzo 1984) รจ un cantautore, compositore e produttore discografico italiano. Nel novembre del 2007 ha ricevuto la Targa Siae/Club Tenco del Premio Tenco come miglior autore emergente, nel giugno 2009 il primo premio assoluto del Festival Musicultura e nel 2010 il Premio Buscaglione ricevendo inoltre un premio speciale dall’Universitร delle Marche per il miglior testo.