Ho il rimpianto per le cose non dette, per il tempo non vissuto insieme, per i progetti mai partiti. Tu abitavi sempre luoghi lontani dai miei, laureato in frequentazioni sociali dolorose, che io evitavo come la peste, perchè conoscevo bene il sapore della delusione, e soprattutto perchè in certi contesti il pelo sullo stomaco, l’ipocrisia, la cattiveria, sono requisiti essenziali. Per un momento ho pensato che tu avessi l’antidoto, sembravi a tuo agio, nel tuo mondo, anche se chi ti conosceva bene sapeva benissimo che non era così. Nessuno poteva fermarti, amavi la sfida, superare i tuoi limiti. Tu c’eri… c’eri sempre, era il tuo grande segreto, io no, ero troppo preso da altro, rimandavo, ora cerco di raccogliere in giro i tuoi pezzi. hi bro
Alessio Arena vive a Barcellona dal 2008, dove si è laureato in letteratura comparata all’Universidad Autonoma.
Ha pubblicato il suo primo romanzo dopo aver partecipato al festival letterario “Scrittorincittà” di Cuneo nel 2009, dove ha preso parte alla quarta edizione del contest “Esor-dire” vincendo il premio del pubblico.[1] Il libro esce per Manni Editori con il titolo L’infanzia delle cose e vince il Premio letterario “Giuseppe Giusti” opera prima[2]. In seguito, alcuni suoi racconti sono stati pubblicati su riviste letterarie, fra cui «Linus», «Nazione indiana», «‘Tina», «Nuovi Argomenti». Negli stessi anni inizia a interpretare i suoi primi brani come cantante, partecipando ad album di altri artisti, come La versione dell’acqua (Meridiano Zero) e Canzoni (Magma) che contiene il suo brano L’uomo con la finestra in petto.
Nel 2010 vede la luce il suo primo ep musicale dal titolo Autorretrato de ciudad invisible (autoprodotto), con canzoni in spagnolo e contenente un omaggio a Joan Manuel Serrat, l’interpretazione del suo brano Paraules d’amor. Lo stesso anno esce il suo secondo romanzo, Il mio cuore è un mandarino acerbo, nella collana “Novevolt” di Zona Editrice curata da Enrico Piscitelli e Alessandro Raveggi.
Per il teatro ha scritto Sciore Arancia presentato al festival “Settembre al Borgo” e prodotto dal Nuovo Teatro Nuovo di Napoli, e i testi in spagnolo Hielo e Árbol (o las manos abiertas de Celidonia Fuentes) prodotti dal Nudo Teatro di Madrid e messi in scena dal regista Ángel Málaga[8].
Nel 2010, insieme al fratello Giancarlo Arena, cantante del gruppo catalano Puerta 10, ha composto il duo acustico Lacasavacía e ha pubblicato il singolo Pasos de zebra. Partecipa come interprete, insieme con la cantante jazz catalana Judit Neddermann, agli album Tot aquest silenci (Nómada 57) e Tot aquest soroll (Nómada 57), rispettivamente terzo e quarto album della pianista Clara Peya.
Nel 2013 esce il singolo in italiano Tutto quello che so dei satelliti di Urano, finalista al concorso-festival della canzone d’autore “Musicultura”, che anticipa il disco Bestiari(o) familiar(e), uscito nel 2014 in due edizioni diverse, contenente canzoni in quattro lingue: spagnolo, catalano, italiano e napoletano. Nel giugno 2013 Alessio Arena si esibisce all’Arena Sferisterio di Macerata, nelle ultime serate del festival “Musicultura”, vincendo il primo premio assoluto e la targa AFI (Associazione Fonografici Italiani) per il miglior progetto discografico. Lo stesso anno Arena è anche tra i vincitori del concorso Area Sanremo, la cui giuria è presieduta da Mogol.
Il suo romanzo La letteratura tamil a Napoli arriva secondo al Premio Neri Pozza e lo stesso editore lo pubblica nel 2014.
Nel febbraio 2016 esceo il suo secondo album: La secreta danza (Temps Record), registrato in presa diretta durante il concerto al Music Hall di Barcellona il 28 gennaio 2016. Il disco viene presentato il 31 marzo all’Auditori Barradas di L’Hospitalet, nell’ambito del Festival Barnasants 2016, e portato in tour anche a Madrid, Praga, Santiago del Cile, Montevideo, Arequipa, Santo Domingo.
Nel 2017, durante un viaggio in Cile, collabora con il cantautore Manuel García, con il quale si esibisce al Telethon di Arica e alla Fiera Pulsar di Santiago. Ha accompagnato la sua esperienza cilena con un documentario dal titolo Atacama. In seguito esce il singolo Diablada, un canto di speranza ispirato a canzoni tradizionali delle popolazioni del nord del Cile, mischiato a suoni della musica urbana napoletana. Questo singolo anticipa l’uscita del suo nuovo disco cantato interamente in italiano.
È traduttore in italiano dei romanzi di Alejandro Palomas Capodanno da mia madre e Un figlio (Premio Letteraria 2017 per la miglior traduzione) – entrambi pubblicati da Neri Pozza -, della biografia di Enrique Vargas e di diversi racconti dello scrittore cubano Reinaldo Arenas.
A ottobre 2018 esce per Fandango Libri il suo romanzo La notte non vuole venire, un romanzo ispirato alla vita della cantante e sciantosa napoletana Gilda Mignonette, attiva nella prima metà del secolo scorso a New York. In occasione dell’uscita del libro, Arena mette in scena un recital tratto dal suo romanzo, che vede Cristina Donadio nei panni di Gilda. Lo spettacolo debutta al Nuovo Teatro Sanità di Napoli il 6 ottobre.
A maggio 2019 pubblica il nuovo disco Atacama!, inciso tra Cile, Spagna e Italia.
You were the one I wanted Even if i didn’t know it yet You told me sweetly Your head on my chest Then we did that weekly Till it was all a mess And you asked me sweetly “does it still make sense”
I’m having a hard time keeping This all in check But i love you deeply
You took my hand so gently We fell in love accidentally
I don’t ever want to keep you waiting You don’t ever want to change my mind I guess we’re living in a love that’s fading Well be dead by the summertime If you ever want to start things over If you ever want to try again You can call me anytime of day girl Yeah you still got a friend
This wasn’t what i wanted But sometimes that’s what you get Yeah it’s all a whirlwind The memories are all that’s left Sometimes i can’t help but wonder Do you have a new lover yet It’s just the cost of living And time spent
You took my hand so gently We fell in love accidentally
I don’t ever want to keep you waiting You don’t ever want to change my mind I guess we’re living in a love that’s fading Well be dead by the summertime If you ever want to start things over If you ever want to try again You can call me anytime of day girl Yeah you still got a friend
Ho seguito Davide dai tempi in cui faceva le riproduzioni “mostruosamente esatte” dei dischi dei Pink Floyd, con tanto di indicazioni dello strumento usato compresi i parametri di fine tuning, era poco più che un teenager, attentissimo e sveglio su tutto quello che succedeva nel mondo del Rock progressivo.
Disk 1 Cover The Wall Pink Floyd
Disk 2 Cover The Wall Pink Floyd
Un vero talento, di Aversa, figlio del mio amico Francesco, ingegnere/chitarrista altrettanto talentuoso, con il quale ho suonato durante la mia adolescenza. A confermare la massima attenzione per il rock progressivo è una cover di Davide (forse 15enne?) trovata in rete di una canzone di elio e le storie tese: “il plafone” che ha una sequenza armonica che spiega al primo ascolto cosa significa Rock progressivo.
Quando sono venuti a suonare in Rai (da noi si suonava dal vivo), hanno portato tutta la loro attrezzatura sequencer e pad di batteria elettronica, ed ho avuto la chiara sensazione di un evoluzione del genere, che c’è ancora spazio e che non è stato detto tutto, un po come nella new wave degli inizi degli anni 80.
“Wake Me” live in Marconi Street, Naples (RAI studios) Broadcasted by RAI 3 television channel during TGR’s program “Music&theCity”.
WILFUL DREAM are Davide Capolongo – vocals, guitar, keyboards Giuseppe Scuotri – keyboards
with Nicola Terzo – drums Gianni Grappone – keyboards
Felice Iovino – camera & video editing & postproduzione audio Claudio della Rocca – camera
Composed by Davide Capolongo Written by Giuseppe Scuotri