Spaceman

Napoli è sconvolta da una serie di oscuri delitti, omicidi all’apparenza senza un nesso fra loro se non quello dell’arma usata: uno spillone per capelli dall’antica foggia conficcato nella nuca delle vittime. Toccherà al commissario Salina e alla sua squadra far luce sul mistero, muovendosi fra le strade e le caverne napoletane ma anche nelle campagne e nelle abbazie toscane, guidati dai versi enigmatici di un’antica poesia inglese. Una Napoli vista dal sottosuolo, per un ponte tra passato e presente, amicizia e vendetta, colpa e responsabilità.


“Quella citofonata ridicola e quasi goliardica è un atto violento, istiga a poterlo fare”. Con queste parole Roberto Saviano commenta nel format “My Way” per Fanpage.it l’ormai famosa citofonata che Matteo Salvini ha fatto a casa di un presunto spacciatore di Bologna e mentre era in diretta su Facebook. Per lo scrittore  “questo è un punto di non ritorno per la nostra democrazia. Su quella citofonata si faranno molti ragionamenti in futuro, molte analisi partiranno da quel momento, il momento in cui la democrazia italiana inizia a perdere le sue garanzie. E tutto è un infinito e squallido teatro di propaganda”. 

Bologna, parla il presunto spacciatore citofonato da Salvini: “Ho 17 anni, non è vero che spaccio”

Durante un blitz a Bologna, nel quartiere periferico del Pilastro, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha citofonato alla casa di una famiglia di origine tunisina accusata, da una residente della zona, di spacciare droga. Tutto è avvenuto in diretta su Facebook, coi nomi delle persone coinvolte ripetuti più volte. “Ho 17 anni, faccio la vita di qualsiasi altro studente” dice il giovane indicato come presunto spacciatore. “Ho precedenti, ma sono pulito da un bel po’” aggiunge suo fratello maggiore, che fra l’altro non vive più nella zona già da tempo. 

Salvini al citofono, Marco Travaglio: “E’ come i testimoni di Geova, mette inquietudine. …

Citofonata al Pilastro, Salvini al videomaker di Repubblica: “Gente che difende gli spacciatori”

Dopo aver visitato la casa circondariale di Bologna, Matteo Salvini è ritornato sulla vicenda del ragazzino a cui ha citofonato al Pilastro. Secondo l’ex ministro dell’Interno, che ha mostrato in diretta Facebook l’abitazione e il cognome del ragazzo minorenne, accusato di essere uno spacciatore, non ci sarebbe alcuna violazione: “Se c’è una mamma che combatte da anni violenza, sopruso e spaccio di droga è mio dovere essere al fianco di queste persone e segnalare un problema, se non è uno spacciatore non ha nulla da temere”. Andando via Salvini ha aggiunto: “Qui c’è gente che difende gli spacciatori” .di Valerio Lo Muzio

Transgender non è una parolaccia, non è una moda, non è un difetto di fabbrica. Transgender sono bambini, o bambine, che attuano comportamenti e giochi stereotipicamente considerati del genere opposto. Ad esempio bambine che giocano con i supereroi oppure bambini che amano vestirsi con abbigliamenti considerati femminili come gonne o amano giocare con le bambole e truccarsi. Io sono andato a Valencia per conoscere Lori, all’anagrafe Lorenzo. E’ una bambina italiana che è andata a vivere con la sua famiglia in Spagna perché lì, con più facilità, si può essere quello che si sente di essere, a partire dalla scuola, dove lei è per tutti Lori. Una cosa, soprattutto, io ho imparato: l’incongruenza di genere diventa un problema quando viene stigmatizzata come sbagliata. Il rischio di sentirsi “diversi” o “non accettati” esiste, ma non è colpa di una condizione ma di un pregiudizio negli occhi di chi sta intorno. Familiari, amici, ambiente lavorativo e scolastico. La verità è che si può essere transgender felici oppure tristi, insoddisfatti oppure realizzati, come avviene per qualsiasi persona; ed è vero, come per qualsiasi persona, che la propria felicità scaturisce principalmente dalle relazioni con le persone intorno a noi. Essere se stessi, sempre, e non disturbare chi lo sta già facendo. Il succo, in fondo, è quasi tutto qui. Saverio Tommasi

Nell’ultimo anno 68 milioni di persone hanno lasciato il proprio paese a causa di guerre e persecuzioni. Un numero enorme di uomini e donne che mette a repentaglio la propria vita in viaggi pericolosissimi, in cerca di un futuro dignitoso.  Le storie di questi migranti sono spesso drammatiche. Le abbiamo raccolte grazie all’aiuto di un mediatore culturale, Ibrahim, che è anche il protagonista di questo esperimento sociale. Ibrahim ha raccontato a una serie di tassisti le difficoltà che incontra un immigrato per arrivare nel nostro paese.  Lo ha fatto in prima persona, mettendo insieme vere storie che ha ascoltato, come fossero la sua. E poi ha tentato il suicidio davanti a loro. In quanti hanno provato a salvargli la vita?  Un video che vuole far riflettere su come spesso si è razzisti soltanto perché non si ha di fronte chi soffre.  Chi ascolta una storia di dolore direttamente dalla voce di un migrante non può mai restare indifferente. 

Trains · Porcupine Tree

Trains · Porcupine Tree

I Porcupine Tree sono stati un gruppo musicale rock progressivo e sperimentale britannico.

L’origine del gruppo risale ai primi anni ottanta, quando il cantante e chitarrista Steven Wilson partì con il suo progetto da solo, suonando tutti gli strumenti e cantando. Il primo periodo ha mostrato chiaramente l’influenza del rock progressivo degli anni settanta e per molti anche quella dei Pink Floyd, nonostante il leader Steven Wilson abbia sempre voluto precisare che tra le loro fonti primarie d’ispirazione non vi sono i Pink Floyd.

Con l’evolversi del progetto, la band è cresciuta nei suoi componenti e, fino allo scioglimento nel 2010, era composta da: Steven Wilson (chitarra e voce), Richard Barbieri (tastiere), Colin Edwin (basso) e Gavin Harrison (batteria), che aveva sostituito nel 2002 il batterista precedente, Chris Maitland. Notevole resta agli occhi di tutti la peculiare indole espressiva dei testi, scritti quasi interamente da Steven Wilson, che distingue l’originalità e la poeticità singolare della band inglese dalle numerose altre del medesimo scenario progressive. Alcuni testi del concept album Fear of a Blank Planet sono stati riportati nell’antologia del manuale di letteratura inglese Hammerwit.[senza fonte]

Noto per essere uno stacanovista, Wilson è stato coinvolto sia come ingegnere del suono sia come musicista in un gran numero di progetti. Alcuni lo hanno visto coinvolto in prima persona: No-Man, Bass Communion, I.E.M. e i più recenti Blackfield e Storm Corrosion; altri lo hanno visto collaborare dall’esterno: Anathema, Marillion, Fish, Cipher, Opeth, Ian Anderson, Anja Garbarek, più recentemente i Pendulum ed altri, dimostrando di possedere una vasta collezione di talenti.

Porcupine Tree In Absentia

In Absentia

Testo
Train set and match spied under the blind
Shiny and contoured the railway winds
And I’ve heard the sound from my cousin’s bed
The hiss of the train at the railway head
Always the summers are slipping away
A 60 ton angel falls to the earth
A pile of old metal, a radiant blur
Scars in the country, the summer and her
Always the summers are slipping away
Find me a way for making it stay
When I hear the engine pass
I’m kissing you wide
The hissing subsides
I’m in luck
When the evening reaches here
You’re tying me up
I’m dying of love
It’s OK


Testo (tradotto da google)
Allenati insieme e partita spiati sotto il cieco
Lucidi e profilati i venti ferroviari
E ho sentito il suono dal letto di mia cugina
Il sibilo del treno alla testa della ferrovia
Le estati stanno sempre scivolando via
Un angelo di 60 tonnellate cade sulla terra
Un mucchio di vecchio metallo, una sfocatura radiosa
Cicatrici in campagna, l’estate e lei
Le estati stanno sempre scivolando via
Trovami un modo per farlo rimanere
Quando sento passare il motore
Ti sto baciando ampiamente
Il sibilo si attenua
Sono fortunato
Quando la sera arriva qui
Mi stai legando
Sto morendo d’amore
Va bene

Il termine entrerà nel comune linguaggio collettivo, ed indicherà i video selfie in slow motion. Il termine Slofie sarà il prossimo fenomeno virale per iPhone, tanto che la Apple ha fatto richiesta di registrazione del marchio. un modo di prevenire che altre aziende creino un’app per la fotocamera con una simile funzionalità..

iPhone 11 Pro

Gli Slofie sono essenzialmente video al rallentatore realizzati con la fotocamera frontale su iPhone 11 e iPhone 11 Pro, su cui Apple ha aggiunto il supporto per la registrazione di video a 120 fotogrammi al secondo. Il termine “Slofie” in realtà non si trova da nessuna parte all’interno di iOS, ma piuttosto è un termine di marketing che Apple sta usando per sponsorizzare la funzione. Infatti all’interno dell’app Camera, tale funzione viene semplicemente chiamata slo-mo.

Quello che resta da vedere è se ad Apple sarà effettivamente concesso l’utilizzo di questo marchio o meno.