Il 20 e 21 febbraio, presso l’Alta Corte di Londra, si aprirà la fase cruciale dell’udienza di Julian Assange. In questa determinante udienza si cercherà di stabilire se il fondatore di WikiLeaks, attualmente detenuto nel carcere di Belmarsh dal 2019, sarà estradato negli Stati Uniti.

Questo è un suo post del 2007:

“Ogni volta che assistiamo a un’ingiustizia e non agiamo, alleniamo il nostro carattere a essere passivo in sua presenza e quindi alla fine perdiamo ogni capacità di difendere noi stessi e coloro che amiamo. In un’economia moderna è impossibile isolarsi dall’ingiustizia.
Se abbiamo cervello o coraggio, allora siamo benedetti e chiamati a non sprecare queste qualità […] Se possiamo vivere solo una volta, allora che sia un’avventura audace che attinga a tutti i nostri poteri. Che sia con persone simili a noi di cui possiamo essere orgogliosi. Lasciamo che i nostri nipoti si divertano nell’ascoltare l’inizio delle nostre storie ma che scrivano il finale nei loro occhi erranti.
L’intero universo o la struttura che lo percepisce è un degno avversario, ma per quanto mi sforzi non posso sfuggire al suono della sofferenza. Forse da vecchio troverò conforto nel girovagare parlando gentilmente con gli studenti nelle sere d’estate e accetterò la sofferenza con spensieratezza. Ma non ora; gli uomini nel fiore degli anni, se hanno delle convinzioni, hanno il compito di agire in base ad esse”.

Julian Assange, 2007

Il Contributo di Maurizio Capone:

Free Assange! Napoli – Maurizio Capone – ‘O Sanghe è Sanghe

Free Assange! – Napoli – Massimo Ferrante – Bella ciao

O core me fa boom - Laura&Radio

O core me fa boom – Laura&Radio La versione di Laura Battiloro



E po quanne te vedo o core me fa boom
E nu riesco a parlà e allora parle tu
Me mette rirere pecchè staje vicino a me
Se ne po carè o munn che teng a verè

La notte poi non dormo ci sto male
Stanotte è un altra notte senza te

Perchè ti penso ancora ti vorrei
Perchè sei dentro a tutti i sogni miei
Perchè non trovo le parole
Per spiegarti quel che sei
Chi o sape si me piense pure tu
Chi o sape si a te o core po fa boom
E nun me sacce arrennere
E nun te voglie perdere

E po quanne te pense o ciele se fa blu
E me vene e cantà “o sole mio si tu”
Pe mieze a gente ie veche sulo a tte
Se ne po carè o munne che tengo a vedè

La notte poi non dormo ci sto male
Stanotte è un altra notte senza te

Perchè ti penso ancora ti vorrei
Perchè sei dentro a tutti i sogni miei
Perchè non trovo le parole
Per spiegarti quel che sei
Chi o sape si me piense pure tu
Chi o sape si a te o core po fa boom
E nun me sacce arrennere
E nun te voglie perdere

Testo e musica arrangiamenti e produzione di Felice Iovino
Piano and Keyboards Felice Iovino
Drums Roberto Perrone
Basso Pippo Matino
Chitarra acustica Sergio Casamassima
Chitarra elettrica Gennaro Porcelli
Key Caracter Roberto Battiloro
Recording, Mixing e Mastering: Andrea OLuWong Esposito presso Arte 58 studios

Notte di strada - Radio Bonn

Notte di strada – Radio Bonn Oggi mi sono ritrovato un regalo da Aniello Miele, il fotografo: un DVD contenente la nostra epica esibizione a Sanremo nel lontano 1990. Un vero pezzo d’antiquariato, considerando che la registrazione originale aveva passato più fasi di transizione tra analogico e digitale di quanto un camaleonte cambia colore. Un vero capolavoro del periodo 1994-1995, quando il VHS era il re indiscusso e il digitale comninciava a fare capolino. Il video, estratto con maestria da quel caro vecchio VHS, si vede molto meglio. Che emozione rivedere il giovane me stesso! Anche se, va detto, in quel momento ero il mio critico più feroce. Sempre qualcosa da ridire: il suono, la canzone, la mia performance canora, gli altri… ma chissà, magari era solo questione di tendenza. E che dire del look? Oh, sì, il “look”! Un termine che ora chiamerei “scelte discutibili” ma all’epoca sembrava la cosa giusta. Poco prima di noi si erano esibiti i depeche mode con l’anteprima di Enjoy the silence (era la prima volta che la facevano in pubblico) e Sinead ‘o Connor con “nothing compares to you”. Avevo capito che avrei dovuto muovermi meno sul palco, ma ero così teso che non riuscivo a pensare a nulla e restavo in apnea fino alla fine, per poi poter scappare prima possibile. Ero abituato a suonare sui palchi, non a fare il playback. Con noi c’era sempre Germano, con lui abbiamo condiviso tutte le nostre esperienze belle e brutte, e lui mi ha visto saltare dietro le quinte dell’Ariston per smaltire la tensione dell’eurovisione. Chiaramente, per il ruolo di “frontmen” evrei dovuto lavorarci ancora un bel po. I veri frontmen godono ogni attimo, fissano la telecamera con uno sguardo magnetico e sorridono in modo affascinante. Io, invece, sembravo più un contorsionista in difficoltà. Dopo qualche apparizione televisiva, avevo imparato la lezione. Cominciavo finalmente a guardare nella giusta direzione e a non fare movimenti da artista circense in sciopero. Si sa, sbagliando si impara. Ah, e quello con il basso nel video? Mio fratello Pasquale, scomparso nel 2020. Guardando il video, mi rendo conto che ancora non ho elaborato il tutto. L’accettazione del dolore è rimandata, probabilmente insieme a qualche movimento di troppo sul palco. Eravamo confusi e felici, anche se Pasquale aveva questa strana idea di voler sconvolgere il mondo, ma soprattutto sbancare il Casinò di Sanremo. Ma, come prevedibile, alla fine fu il mondo a sconvolgere noi. 😅 Grazie Aniello. #sanremo1990 #sanremointernational

Senghe - Almamegretta

Dopo sei anni di silenzio discografico, gli Almamegretta sono tornati con un nuovo album, “Senghe”. Il loro precedente lavoro, “Ennenne”, aveva ricevuto reazioni contrastanti, dando a molti l’impressione di una band che fosse rimasta in qualche modo inattiva, nonostante il ritorno del cantante storico Raiz.

“Senghe” ha dimostrato subito di essere un ottimo biglietto da visita, in particolare con il singolo “Figlio”. L’album esplora territori familiari agli Almamegretta, con la fusione di dub, reggae e melodia napoletana, elementi che caratterizzano da sempre il loro stile. La voce di Raiz, tra le più originali del panorama musicale italiano, continua a fare la differenza, così come la scrittura delle canzoni. Un esempio è il brano composto da Danilo Turco, che mantiene lo stile tipico degli Almamegretta con un tocco chitarristico e cantautorale, aggiungendo un elemento eccentrico ma ben integrato alle atmosfere del gruppo. Turco firma anche la musica della title-track e dell’ultima traccia “O’Campo”, arricchita da accenti di chitarra blues.

“Senghe”, titolo che evoca le fessure nei muri attraverso cui penetra la luce, non presenta sorprese per chi conosce bene gli Almamegretta, ma mantiene una coerenza con il percorso intrapreso dalla band negli anni. L’album riflette l’essenza attuale del gruppo, particolarmente inserita in una nuova scena musicale napoletana che risuona con l’approccio di fusione di stili che ha reso celebri gli Almamegretta. Molti dei nuovi collaboratori sono giovani musicisti ispirati dalla loro musica, tra cui Paolo Baldini, noto musicista dub-reggae internazionale, ora parte integrante della band come bassista, sound engineer, produttore e mixatore.

La varietà di stili proposta in “Senghe” è, come sempre, eclettica. Brani come “Miracolo” si avvicinano alla tradizione della canzone napoletana classica, mentre “Na’ Stella” rappresenta un momento memorabile, con la reinterpretazione di un brano scritto da Fausto Mesolella in onore del musicista degli Avion Travel. Raiz aveva già collaborato con Mesolella per l’album “Dago Red”, un’opera di incontri musicali e suggestioni continue.

“Homo transient” emerge con la sua world music, ispirata a un versetto biblico cantato in ebraico e dedicato ad Abramo, patriarca di popoli e civiltà, visto come un’anima migrante – un tema ricorrente nei lavori degli Almamegretta.

I brani dedicati ai sound system uniscono l’energia del dancehall reggae con influenze dub e richiami alla dance anni ’90. Le aspettative per una band che ha creato capolavori come “Sanacore” sono inevitabilmente alte, ma “Senghe” offre momenti significativi. Ciò che si apprezza maggiormente è la costante volontà degli Almamegretta di cercare nuovi stimoli e sperimentare, pur rimanendo fedeli alla propria identità e alle proprie radici.

Il neo-futurismo è un movimento artistico diffusosi tra la fine del XX e l’inizio del XXI secolo nelle arti, nel design e nell’architettura che utilizza riadattando in chiave contemporanea e attuale alcuni elementi del futurismo. Luca Bestetti, unico allievo di Giorgio De Chirico, è erede della più storica casa editrice d’arte italiana che dal 1906 ha visto tra i suoi collaboratori oltre De Chirico, i nomi più significativi della storia dell’arte italiana, tra cui Gregorio Sciltian, Renato Guttuso, Mario Sironi, Massimo Campigli, Carlo Carrà, ma anche Gabriele d’Annunzio , amico personale di Emilio Bestetti , che frequentavano abitualmente la sua casa romana. Luca nasce a Milano nel 1964, nella vita ama il movimento e la velocità, vede l’arte come mezzo di dialogo, portandola anche al di fuori delle gallerie e dei musei , nelle officine meccaniche, nei caffè, nelle palestre di boxe , nelle strade , coinvolgendo direttamente lo spettatore. Attore dei concetti di velocità e movimento come metafora dell’esistenza e della tecnologia, come possibile, ma non automatico strumento di elevazione umana, dando una rivisitata ulteriore continuità innovativa alla strada tracciata dal futurismo milanese.

(Paolo Biotti)
musica: Psycodreamer di Felice Iovino