Spaceman

AL Bonne Soirée di San Sebastiano al Vesuvio, siamo arrivati durante l’ultimo Suond Check, Pippo Sergio e Luigi stavano suonando le ultime note prima del concerto. Ero li per un idea che mi frullava nella mente, quella di raccontare la musica dell’area orientale di Napoli, che mi ha sempre dato la sensazione di avere qualcosa di diverso, volevo farne un documentario, ascoltando un po tutti i protagonisti della scena musicale dell’area dal 75 all’85, il periodo di massima espressione artistica. Ma il racconto si è fermato subito, e sta tutto nella sintesi di Sergio di Natale (batterista): che parla della “sensazione di precarietà” di quelli che vivono alle pendici del Vesuvio. Questo “mood inquieto” appartiene anche alla musica in continuo mutamento, nell’osare, nel non aver paura degli standards, “sbeffeggiare” all’interno di un sistema rigoroso che spesso soffoca la creatività. E’ sicuramente singolare che la band non si avvalga di strumenti “armonici” e usi il basso come strumento polifonico e armonico, riuscendo, anche grazie ad uno studio dell’effettistica sul basso, a simulare i colori di un Rhodes o di un pad. La ripresa audio è quella di un club, dove c’è la voce di una donna che per i 14 minuti dell’esecuzione non ha mai smesso di gridare, magari parlava del colore del suo smalto, o di altre futilità, sta di fatto che la postproduzione audio ci ha preso un po di tempo. L’idea iniziale era quella di mcrofonare i singoli strumenti, poi abbiamo optato per la presa diretta. Il suono del basso, spesso rafforzato in ottava è il riconoscibile suono di Pippo Matino, i fraseggi sul basso sono quelli di chi ha attraversato molti lustri musicali e sta tirando le somme facendo una sintesi, lanciando qua e là note che ci ricordano qualcosa, dai Police ai The Manhattan Transfer, da Jaco Pastorious a Stanley Clarke, tra armonie e colori alla Joe Zawinul, su tempi disparissimi, spesso al limite delle possibilità umane, supportato in questo dal magnifico Sergio di Natale, e dal bravissimo e giovane sassofonista Luigi di Nunzio classe 91 ma con una biografia già piena di premi e collaborazioni con tutti i grandi della musica. Questo è solo il primo pezzo. Ne seguiranno altri. A presto! feliceiovino

Immagina tutto Rossella Santorelli

E’ un frutto acerbo Rossella, una liceale di Nola con la passione della musica e del canto.
Quest’anno ha presentato la sua candidatura a San Remo 2017, supportata dalla sua scuola di canto e dalla sua bravissima istruttrice Fiorella.
E’ riuscita ad entrare tra le finaliste e nonostante l’ottimo provino sostenuto a Sanremo dove è risultata tra le migliori. Questo ha fatto ben sperare fino all’ultimo secondo, ma Rossella non ce l’ha fatta.
Il giudizio artistico non è mai una scienza esatta, non lo è per il nuoto sincronizzato, figuriamoci nella musica dove l’aria vibra (e spesso si frigge). Quell’aria dovrebbe toccare le corde emotive di giurati (che chissà poi cosa giurano) con background diversi, magari di generazioni precedenti, con dei clichè acquisiti, spesso ferrei.
Ma soprattutto il mondo della musica non è come quello del calcio, dove “la palla è rotonda” e vince chi la mette in una rete più dell’altro.
Ma non siamo qui a fare polemiche alla Claudio Villa (buonanima).
Sanremo è così, è un mix dove la bravura dell’artista va dosata con le conoscenze, i rapporti, tra chi è dentro e chi è fuori, e soprattutto è un fatto di percentuali e di soldi (quei pochi che ancora girano nel mondo della discografia).
E’ quello che rimane dello show business per eccellenza in Italia, concentrato in soli 3 giorni di febbraio, chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori.
Essere dentro significa non tanto vendere dischi, quello non succede più, ma fare visualizzazioni, diventare popolari, fare le serate nelle migliaia di piazze in tutta italia con un cachet di tutto rispetto.

Gli altri, quelli che stanno fuori, aspettano il prossimo Sanremo.
Solitamente sono quelli che puntano tutto sulla canzoncina all’italiana, il motivetto facile ed orecchiabile. Si giocano insomma, il biglietto della lotteria sperando che sia quello vincente, per poi tornare alla vita di tutti i giorni.
Rossella è piccola, l’appuntamento con Sanremo è solo rimandato, lei non se ne fa un cruccio, e nonostante giochi a fare la femme fatale, nella realtà non ama molto apparire, è una ragazzina molto semplice, con moltissimi amici coetanei che ha voluto nel video.
La sua voce roca e soul la sentiremo ancora.

Nel novembre del 2008, tornando a rivestire dopo circa dieci anni i panni di The Fireman, McCartney ha pubblicato l’album Electric Arguments. Il lavoro ha ripreso alcune delle atmosfere già sperimentate nei precedenti lavori dei Fireman, elaborate però con una vena maggiormente melodica e con l’aggiunta di parole alla musica. L’album è stato composto e realizzato in tredici giorni (uno per canzone) ed è stato registrato nello studio di registrazione personale di McCartney nel Sussex.




Like the sun playing
In the morning
Feel the quiet
Feel the thunder
Oh every ladder
Leads to heaven
Call it ransom
Draw the picture

Sing the changes
Oh as you’re sleeping
Feel the quiet
In the thunder
Sing the changes
Calling over
Feel the quiet
In the thunder

Like the sun playing
In the morning
Feel the quiet
Feel the thunder
Oh every ladder
Leads to heaven
Colored pencils
Draw the picture

Sing your praises
As you’re sleeping
Sing the changes
Any wonder
Feel the sense of
Childlike wonder
Sing your praises
As you’re sleeping
Sing the changes
Oh as you’re sleeping
Feel the quiet
In the thunder
Sing the changes
Calling over
Feel the quiet
In the thunder
Sing your praises
As you’re sleeping
Feel the quiet
In the thunder
Sing the changes
Calling over
Everybody has a sense of
Childlike wonder

Sense of wonder
Sing your praises
As you’re sleeping
Feel the quiet
In the thunder
Sing the changes
Calling over
Everybody has a sense of childlike wonder