di Biagio Marzo – Il generale Agosto sta per cedere le armi elettorali, ma il suo non è un vero addio, solo un uno slittamento di tempi. E, comunque, ci penserà il generale Inverno a regolare i conti e decidere quando le impugnerà. Questo sembra che abbiano deliberato, a conclusione del vertice tenutosi a Villa Campari, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi.
Così come sono stati sfornati gli ultimi sondaggi di Crespi Ricerche”, anticipati sul Tg di La7, il centrodestra conserva un largo margine di vantaggio sul centrosinistra.
Il Popolo delle libertà gode la fiducia degli elettori e si è vista la consistenza: nel sondaggio del 25 agosto che era del 30%. Tra questo e quello effettuato lo scorso 31 luglio c’è un più 1,5%. Reduce di tante disavventure interne, l’ultimo della lunga serie il conflitto tra il capo del Governo e il Presidente della camera, resta, il Pdl, piaccia o no, al vetta dei partiti più suffragati.
Mentre il Partito democratico nel medesimo arco di tempo tocca il 24,0%, con un meno 1,0%.
Di là dalle percentuali dei due principali partiti: di maggioranza e di opposizione, il sondaggio, questo per la verità si era già visto in quello del 31 luglio, presenta due novità nel firmamento politico ed elettorale: Futuro e libertà di Gianfranco Fini e il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Le intenzioni di voto sono per entrambi i movimenti un successo sebbene in modo ben diverso l’uno dall’altro, seppure platonico, cioè senza la verifica elettorale: Fli il 7,0% con una differenza tra il 25 agosto e il 31 luglio di meno 2,5%.
Questo significa che le ragioni di Berlusconi stanno venendo fuori a tutto tondo, penalizzando quelle di Fini, sottoposto a una campagna scandalistica spropositata. Anche se il sondaggio rileva un calo, è di portata fisiologica: sotto il 7,0% non andrebbe ulteriormente. Tuttavia, quel 2,5% perso, sta significare che si è spostato sul partito berlusconiano.
Ben altra spiegazione il dato per nulla eclatante, pari all’1,6%, del Movimento di Grillo: questo recupera in minima misura gli elettori scontenti dei partiti e quelli di cifra giustizialista presenti nel Pd e nell’Idv di Di Pietro. Che resta fermo al 6,5%.A ben vedere, Grillo sarà, prossimamente, il gatto nero che attraverserà la via politica dell’ex Pm di Mani pulite.
Per comodità, diciamo centrosinistra, ma, in realtà, è un circo Barnum in cui il Pd gioca una partita sempre più in affanno, dato che nel suo interno ognuno dice la sua, senza alcun risultato. Veltroni ci mancava per rendere il Pd, un partito in cui la confusione regna sovrana. Alla lunga, il Pd sta pagando il suo deficit politico e culturale. Di questo partito credevamo di aver visto tutto, ma sbagliavamo di grosso: nessuno poteva pensare che avrebbe commemorato Palmiro Togliatti.
Pur se i partiti di questo schieramento si mettessero insieme, potrebbero governare al massimo una settimana, poi sarebbe l’inferno. La prova provata è stato il fallimento dell’Unione che ha sostenuto il governo Prodi.
Caso più unico che raro, i ministri si permisero il lusso persino di scioperare contro il governo di cui facevano parte. Come direbbe Peppino De Filippo in coppia con Totò: “Ho detto tutto”.
L’autunno si prevede caldo politicamente, ma non ci saranno le elezioni e casomai ci fossero, sarebbero convocate per la primavera prossima, quella del 2011. La vita politica italiana fu definita, a suo tempo, come un vestito di un gobbo,per cui è difficile avere la chiave di lettura che possa prevedere cosa accadrà in tempi brevi e medi. Figurarsi in quelli lunghi.
E poi, mai dire mai. Nel senso che Berlusconi e Bossi hanno capito che se chiedessero le elezioni a tamburo battente e il Capo dello stato le concedesse, non otterrebbero il successo sperato. Dato che gli elettori puniscono chi li porta ai seggi a votare e favorisce chi si batte contro. Oltretutto, i mesi persi per la campagna elettorale li preoccupa, perché lo scontro peggiorerebbe la situazione economica e non aiuterebbe la sua ripresa, nel caso che ci fosse.
Dai sondaggi si ricava che non c’è un partito, la cui storia si intreccia con le ultime votazioni politiche, di destra e di sinistra, che sopravanza sugli altri come abbiamo potuto constare nelle sondaggi della scorsa primavera, quando il Pdl e la Lega Nord andavano con le vele in poppa.
Epperò, il partito di Bossi non si può lamentare sta sempre sulla cresta dell’onda con il suo 12, 3%, con un differenza, tra il 25 agosto e il 31 luglio, pari a più 0,3%. Farebbe un salto di gioia se si votasse in autunno, dato che farebbe il pieno, va da sé, nel Nord est e anche nel Nord ovest.
Strano a dirsi, non viene penalizzato per la sua politica sguaiata e dell’insulto. Il che significa che gli elettori del Settentrione apprezzano il modo di governare dei leghisti.
Sembra che l’Udc, scontrandosi con la Lega, guadagni voti: 6,5% con una differenza, tra agosto e il passato luglio, dell’0, 5%. Insomma, il duello con Bossi porta bene a Casini.
Chi esulta, a seguito del suo dato in crescita, sarebbe la Destra di Storace con il suo 2,3% con una differenza tra i due periodi in questione dell’ 0,3%. Chi non dovrebbe lamentarsi dall’andamento del voto, è anche Nichi Vendola che,  pur avendo un calo di meno 1,0%, Sel si attesta al 4,5%.
Il resto dei partiti oscillano come un pendolo: Api di Rutelli è fermo all’0, 7%, Rifondazione comunista più Comunisti italiani all’1,2%, con un meno 0,3%. La Lista Pannella – Bonino non va oltre l’1,0%, i Verdi all’0,6% con meno 0,2%.
fonte:

dossier

Prima una campagna diffamatoria contro Fini, senza esclusione di colpi, anzi a “colpi di dossier”, racimolati dai servizi, adesso il serpente striscia tra le file dei Finiani, insinuandosi, trasformandosi, offrendo privilegi, realizzazioni di piccoli sogni di potere, perchè se c’è qualcosa che conosce bene Silvio da Capaci è l’animo umano e le sue debolezze. Non credo che tra i Finiani ci siano tutte queste virtù, in fondo sono stati a rimorchio per 20 anni, ed il panorama ed il sistema elettorale italiano non consentono di avere più di un paio di cervelli pensanti, tutti gli altri sono yesmen di inesistente spessore, cosi credo che qualcuno alla fine cederà alle tentazioni del serpente (è la sua icona preferita),  che ha come principio assoluto “ogni uomo ha un prezzo”.
Di casi simili ce ne sono stati tantissimi in passato. Ricordo un Bossi inferocito che lo chiamava mafioso e che precludeva qualsiasi strada di accesso alla moderazione, ed un Berlusconi che annunciava “mai piu con Bossi”. Dopo poche ore Bossi e Berlusconi camminavano in canottiera nella tenuta in sardegna di Silvio. 
La faccenda di Fini è diversa. Silvio lo vuole sotterrare, isolare. Metterà a ferro e fuoco la tenuta delle amicizie all’interno del gruppo dei finiani finchè non la spunterà ed avrà i numeri per governare. Silvio è scaltro, è un serpente, conosce il potere, conosce gli uomini e le loro brame,  e sinceramente tra gli scanni del prlamento attualmente di principi ce ne sono davvero pochi e non credo che Fini, a parte qualche caso davvero eccezionale, ce la possa fare.
La mia speranza è quella di essere smentito.
fiov

il vero regalo di bossi agli italianiBossi e Berlusconi, da veri incoscienti, e poco abituati alla forma democratica inneggiano continuamente al voto, confermando la vera natura di questa coalizione di destra che ha portato l’italia da 16 anni (insieme ad una falsa opposizione)  nel baratro più assoluto.
Come da copione, assistiamo al passare inerte del tempo, senza che nessuno alzi un dito per fermare il treno italia (alleggerito dei soldi veri che in mancanza di controlli sono spariti per i paradisi fiscali), che velocissimamente corre verso il “default”. Si mancano le elezioni per accellerare ancora un po e per provocare ancora piu danni.
Gli altri paesi corrono, la Germania è la vera locomotiva, l’italia fa l’ultima carrozza con il freno di emergenza tirato. I nostri freni si chiamano Silvio Berlusconi e Lega Nord. Il primo ha a cuore solo i suoi processi ed il suo patrimonio, la seconda ha a capo un soggetto, Bossi, che con il tricolore ci si “pulisce il c…o e lo brucia a favore dei popoli padani”.
Quindi abbandoniamo ogni speranza che ci sia una volontà di recupero da parte dei due soggetti in questione della questione italia.
Il nostro è un treno senza guida, impazzito.
Grazie alla demagogia e la macchina di propaganda del regime, anche questa volta dovremo stare attenti.
Non bisogna cadere nel out out berlusconiano del voto a tutti i costi e subito. Bisogna prima modificare la legge lelttorale e creare una legge che riequilibri uno straccio di informazione televisiva degna di essere chiamata informazione e non propaganda.

Poi, viste le sorprese delle scorse elezioni, bisogna preparare una macchina elettorale predisposta a neutralizzare gli eventuali brogli, con Silvio c’è poco da fidarsi.

Al presidente della Camera, Gianfranco Fini, ci mancava solo l’intervista al settimanale A di VIttorio Sgarbi, che racconta “anche io e la Russa frequentavamo la Tulliani”. Ora il quadro è più che completo. Una chiacchierata del critico d’arte con la direttrice, Maria Latella, che non spicca per eleganza ma aggiunge un pezzo di storia non ignorabile al Montecarlo gate.
Ebbene sì. Sgarbi confessa: l’attuale compagna di Fini “frequentava anche me e il collega di partito di Fini, Ignazio La Russa”.

Vittorio Feltri usa la mano pesante contro Famiglia Cristiana: ‘Va allo sbaraglio ……….sbraita dal suo pulpito sempre piu’ piccolo………partecipa con foga alla rissa politica come un qualsiasi fogliaccio di partito’.

A Vittorio Feltri rispondo che è l’ultima persona al mondo a poter parlare di deontologia dell’informazione in quanto palesemente al servizio non del giornalismo e dell’informazione, ma del suo unico padrone Berlusconi.
Feltri non farebbe il direttore in nessun altro giornale o altro organo di informazione, senza che Silvio vi abbia messo le sue mani sopra.
Abbia almeno la bonta di starsene zitto e mimetizzarsi (se proprio non ce la fa ad impiccarsi (giornalisticamente))