Era il 2014, un viaggio di ritorno da Maratea. Durante il tragitto, ci siamo fermati a un laghetto. Non ricordo esattamente dove fosse, e forse non l’ho mai saputo davvero. Era solo un luogo che ci ha colpito al volo, uno di quei posti che incontri per caso e che, senza preavviso, si fissano nella memoria.

Eravamo in cinque: Gabriel, Francesco e Giusy – stavano ancora insieme allora – e Marzanna. Nessuna grande avventura, nessun evento memorabile. Solo una pausa, il tempo di scendere dall’auto, respirare l’aria di quel posto e scambiarci qualche parola. L’atmosfera aveva una sua bellezza quieta: il riflesso dell’acqua, la luce morbida del pomeriggio, il rumore delle risate che riempivano il silenzio.

Ritrovare quel filmato oggi è stato come aprire una finestra su un passato che sembra più distante di quanto dovrebbe. Non tanto per il tempo trascorso, ma perché ognuno di noi ha preso strade diverse. Francesco e Giusy non stanno più insieme, e forse anche quel legame di gruppo non è più lo stesso.

Eppure, rivedere quelle immagini non lascia l’amaro in bocca. È più un promemoria: di come i momenti più semplici, quelli che non pensi di voler ricordare, alla fine si rivelano i più significativi. Non ho montato il video per nostalgia, ma per fissare un frammento di tempo, per dare un contorno più netto a un ricordo che altrimenti rischierebbe di sfumare.

Non so dove fosse quel laghetto, e forse non lo scoprirò mai. Ma è lì, in un punto indefinito della strada, a ricordarmi che anche il caso può creare qualcosa di eterno.

All’inizio del XIX secolo, un autore desideroso di mantenere l’anonimato dà vita a un romanzo storico ambientato nel 1400 a Roccarainola. Per quasi due secoli, questa preziosa opera rimane confinata tra le mani di pochi privilegiati. Tuttavia, l’eccezionale Domenico Capolongo, decide di riportarla alla luce, ristampandola e rendendola accessibile a un pubblico più ampio. La trama avvincente, arricchita dalla maestria dell’autore anonimo, offre una dettagliata panoramica sui luoghi e sui personaggi storici, con alcune modifiche agli eventi al fine di rendere la storia ancora più accattivante per il lettore.

Questa narrazione straordinaria merita non solo di essere tramandata attraverso le generazioni, ma di avere un peso maggiore nella considerazione popolare, cosa che non è ancora avvenuta, e auspico che quest’anno si possa finalmente compiere tale nobile compito di diffondere e preservare questa storia affascinante.

Al centro di questa straordinaria vicenda emerge la figura tanto dibattuta di Lucrezia D’Alagno, figura chiave che, secondo la narrazione, sarebbe nata a Roccarainola insieme ai suoi fratelli. Qui, tra le lussureggianti terre adatte alla caccia con i rapaci, avrebbe incrociato il destino con Alfonso, durante una delle sue giornate trascorse nel territorio. Non solo Roccarainola avrebbe assistito a questo incontro, ma avrebbe visto crescere Lucrezia, destinata a diventare nei successivi dieci anni la regina “di fatto” del Regno di Napoli. Nonostante il suo status di regina, la sua nascita a Roccarainola la rende, in ogni senso, una figlia della città, prima di trasferirsi a Torre Octavia e Castel Novo (Torre Annunziata e Napoli).

Tuttavia, ogni anno la rievocazione della storia si interrompe prima della morte di Alfonso, un evento cruciale che sottende l’inizio della saga del Romito di San Donato. Quest’anno, l’auspicio è di svelare l’intero racconto, portandolo alla luce e rendendolo accessibile a tutta la cittadinanza, in modo da immergersi completamente nelle vicende che hanno plasmato la storia di Roccarainola e dei suoi illustri personaggi.

Un Palazzo di Jeans. Questa mattina mi trovavo a Ercolano, nella strada dei mercatini. Quando sono arrivato, ho fatto una scoperta straordinaria: un antico palazzo, da decenni avvolto nelle impalcature di sostegno per prevenirne il crollo, era stato interamente rivestito di jeans. Questo gesto rappresentava una protesta contro l’indifferenza di coloro che lasciano le cose inalterate per molti anni. Si trattava di una vera e propria opera d’arte.

Chiesa S. Maria delle Grazie Roccarainola 4K

Chiesa S. Maria delle Grazie Roccarainola
Una chiesa costruita nel 1574 dai feudatari di Roccarainola, i Tomacelli, oramai in disuso per i danni provocati dal tempo e dal terremoto del 1980. Poi 40 anni di oblio. Ci hanno lavorato varie amministrazioni e finalmente oggi con l’amministrazione di Giuseppe Russo viene restituita alla popolazione. Molti rocchesi hanno dei ricordi legati a quella chiesa, e sono persone di una certa età, infatti è stata attiva fino alla fine degli anni 70. Questo è il filmato che abbiamo realizzato e proiettato il 4 Marzo per la sua inaugurazione.

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