Ho tempo fino a domani per decidere se candidarmi o meno alle elezioni regionali con AVS, insieme al mio amico Francesco Borrelli.
Sono in una fase della mia vita in cui avverto in modo sempre più forte quanto la situazione politica, in Italia e nel mondo, stia diventando claustrofobica.
Sono molto indeciso, perché so bene che da domani, qualunque cosa dirò, verrà letta da molti come un discorso “di parte”, mosso da un interesse politico personale.
Ma posso garantirvelo: di interessi personali non ce ne sono.
Non verrò eletto — lo so già.
Perché quando si fanno le liste, i giochi sono quasi sempre già decisi.
E io non ho una rete di elettori fidelizzati da andare a cercare, non ho bigliettini da lasciare alle persone.
Perderò un mese di stipendio perché dovrei mettermi in aspettativa.
E anche economicamente sarebbe una sfida dura: non ho soldi da buttare in una campagna elettorale regionale, dove servono risorse per manifesti, sponsorizzazioni, santini, volantini e molto altro.
Ma da mesi, attraverso i miei canali social, ho iniziato una battaglia per dire le cose come stanno davvero.
Per denunciare una politica collusa, corrotta e sempre più orientata verso un suprematismo sovranista e trumpiano.
L’ho fatto a voce alta perché non ci sto.
E qualche giorno fa, mentre camminavo nel corteo per la Palestina, mi sono ritrovato a piangere cantando Bella Ciao insieme a migliaia di ragazzi.
Accanto a me c’era un signore più anziano: gli ho chiesto, filmandolo (la diretta è ancora sul mio profilo), “Cosa lasciamo a questi ragazzi?”
In quel momento mi sono sentito in colpa.
Mi sono passati davanti gli anni del berlusconismo, fino ad arrivare ad oggi, in un tempo in cui la nostra democrazia è davvero in pericolo.
E lì, mi sono detto che dovevo cominciare a fare qualcosa.
Ma la verità è che ho anche paura.
La paura di essere catapultato in un mondo che non è il mio.
Ho sempre vissuto d’arte, dalla musica alle arti visive.
E come mi ha detto la mia amica fraterna Barbara:
“Potresti starci molto male. Continua a farlo con quello che fai. Continua a scrivere musica, creare video, immagini, testi.”
E come darle torto.
La domanda che mi tormenta è: posso farlo anche senza entrare in competizione elettorale? Sarebbe efficace allo stesso modo?
Oppure sarebbe ancora una volta un “tirarmi indietro” nella lotta?
Sono domande a cui penserò per tutto il giorno e per tutta la notte.
Nei commenti, se vi va, datemi il vostro consiglio.
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