Francesco di Bella
“Dint’ò scuro addò allate se perdono me può truvà”, canta Francesco Di Bella evocando tutte le suggestioni e quel senso di smarrimento che offre quel pezzo di città chiamato Gianturco, riuscendo a cogliere tutta la poesia all’ombra dei silos pieni di carburanti che lasciano un forte odore nell’aria, sui vestiti e sulla pelle, dalle storie e dalle facce che si incontrano a napoliest.
Da officina 99 ad oggi Francesco compie un lungo percorso che lo riporta alle origini, come se non riuscisse a staccarsi da quella periferia che lo ispira profondamente.