Massimo Cassano, il sottosegretario di Renzi in pensione a 50 anni

Mentre “l’allegra macchina da guerra” della casta, pompa a tutta birra cazzate nel cervello degli italiani, non ultima che Di Battista (M5S) è un terrorista, la banda bassotti che abbiamo piazzato alle casse del nostro paese, si è ringalluzzita ed è più attiva che mai, ed ha pure perso tutti freni inibitori di qualche tempo fa.
Renzi ha raccolto il frutto di mesi e mesi di attivitĂ  incessante dei mezzi di comunicazione italiani, oramai a reti unificate, contro chiunque osasse mettere in discussione i privilegi di politici, banchieri e giornalisti, o provasse a dare un altra vision della nostra societĂ , che non sia quella di lasciarla al suo destino cambiando Paese.
Sta di fatto che molte delle riforme renziane, hanno un unico comune denominatore: blindano definitivamente la casta ed i suoi privilegi. Non c’è da stupirsi, sta mettendo in pratica il patto del Nazareno (gli incontri segreti con Berlusconi), che è una trascrizione moderna del Piano di rinascita democratica.
Del resto Renzi ci ha abituati a questo stretto connubio con il caimano, da tempi non sospetti, dai tempi in cui il Pd gridava allo scandalo per i conflitti di interesse, per i processi pendenti sul capo di mr bungabunga, per i suoi rapporti con la mafia, per le prescrizioni raccapriccianti, per le leggi ad personam.
Oggi questi problemi il PD non se li fa più, e come quando ci diceva che il conflitto di interesse era fuori moda (invece faceva ridere il mondo), oggi è tornato di moda l’arrembaggio alle casse pubbliche, le posizioni di privilegio.
Così le vere riforme che andavano fatte, se non le uniche, ma necessariamente le prime, per dare un senso ai sacrifici chiesti agli italiani, erano sicuramente l’abolizione di privilegi per la politica.
Invece a quanto pare proprio quelli non sono stati nemmeno sfiorati.
Così, Massimo Cassano, il sottosegretario di Renzi va in pensione a 50 anni, con poco più di 7 anni di contributi versati da consigliere regionale della Puglia.
VerserĂ  la differenza per arrivare a 8 anni ed avrĂ  diritto a 5618 euro al mese.

feliceiovino

 

 

Renzi: “Sono d’accordo con Draghi quando dice che l’Italia ha bisogno di fare le riforme” poi prova a darsi un tono e continua: “ma il modo in cui le faremo lo decido io, non la Troika, non la Bce, non la Commissione europea”.
E poi continua con il programma che gli hanno dettato con il tono di chi lo fa in dissenso del padrone.
Sono tecniche di comunicazione che ha imparato dal suo mentore Silvio Berlusconi, e che hanno una sola regola: ” non ha tanto importanza cosa dici, per gli italiani è importante come lo dici”. 

La risposta (concordata) del burattino toscano non si è fatta attendere troppo, in fondo a chi tira i fili non conviene molto  fargli perdere la faccia.

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CON 183 VOTI A FAVORE e 4 astenuti, il Senato ha distrutto se stesso e una parte fondamentale della Costituzione Italiana. Per non partecipare allo scempio, sono usciti dall’aula i senatori di M5S, Lega e Sel più 27 dissidenti del centrodestra e 16   . La agosto sar come una pi infauste della storia repubblicana, accompagnata da un doppio epitaffio. Le parole del capogruppo di Forza Italia, Paolo Romani: “La Riforma porta due firme, Renzi e Berlusconi”. E l’esultanza del Pregiudicato: “Tra pochi mesi recupero l’agibilità politica”. Sarà sicuramente così. Attraverso una trama   di palazzo (cucita da accordi indicibili su Quirinale e Giustizia) e senza alcun mandato elettorale, Matteo Renzi ha voluto a ogni costo stringere un patto di ferro con quel Caimano che da un ventennio è il primo responsabile del degrado politico, economico e morale del Paese.

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