L’ultima puntata di Agorà Weekend è andata in onda.
E come si conviene a ogni fine stagione che si rispetti, c’è stato un brindisi, un aperitivo, le foto di rito. Questa volta a Santa Lucia, davanti a un mare calmo e un’aria da fine di scuola.

Io, in realtà, mi ci sono ritrovato un po’ per caso.
Accompagnavo Luca De Risi — come spesso succede nella vita: uno dice “ti va di venire?”, e tu dici “ma sì, dai”.
E così, senza grandi programmi, mi sono trovato in mezzo a una festa che sembrava fatta apposta per ricordarmi perché questo lavoro, nonostante tutto, riesce ancora a sorprendermi.

Ho scelto il pomeriggio, lo ammetto.
Perché le albe non le reggo più.
Le ho onorate per anni, con dedizione e caffè nero. Ma ora, se devo vivere un momento bello, preferisco farlo col sole già alto e senza la compagnia delle occhiaie.


Da via Marconi a via delle sfogliatelle

Seguo Agorà Weekend dal 2021, dai tempi in cui la sveglia suonava prima del gallo.
Non è un modo di dire: le 5.30 a via Marconi sono un’esperienza mistica.
Nel 2024 ho avuto un’illuminazione: preparare tutto il materiale il giorno prima.
Un gesto semplice che, nel mio piccolo, segna l’evoluzione della specie.

Nel frattempo, sono nate anche amicizie fraterne, di quelle che sopravvivono a rendering eterni e code d’esportazione.
I miei complici fissi? Luca e Luigi.

Con Luca, si parte dai massimi sistemi e si finisce a parlare di sentimenti e viaggi interiori. È autore del libro “D’amore non so morire” e, quando capita, anche del mio disordine emotivo.
Con Luigi, invece, è sempre un po’ Così parlò Bellavista: ogni battuta sembra un estratto teatrale, e lo sfottò è dietro l’angolo.
Insieme siamo un trio comico involontario. Ma funzioniamo, e pure bene.


L’arte della sfogliatella

Li ho anche iniziati — con risultati alterni — alla sacra arte della sfogliatella.
Abbiamo esplorato tutte le pasticcerie nei dintorni della Rai, assegnato voti, creato classifiche. Una sorta di Guida Michelin del centro di Napoli, versione postproduzione.


Sara: freschezza e forza

E poi c’è Sara.
Intelligenza viva, freschezza contagiosa, e uno sguardo che illumina la scena.
Ha portato un ritmo nuovo a Agorà Weekend, uno stile fatto di misura e sostanza.
La seguo, la stimo, e ogni volta penso: ecco come si fa servizio pubblico con garbo e intelligenza.


Amedeo e il tempo che resta

Un pensiero speciale va ad Amedeo Gianfrotta, storico regista della trasmissione, che ci ha lasciati da poco.
Il suo sguardo era discreto ma sempre presente, la sua umanità un punto fermo.
Ci manca, e non solo per ciò che faceva. Ci manca per come lo faceva.


Una squadra fatta di gente vera

L’edizione 2024/2025 è stata diretta da Ilaria Savinelli, con precisione, calma e eleganza. Una regia che sa farsi sentire anche quando resta in silenzio.
In postproduzione, il nostro piccolo esercito invisibile:
Roberto De Angelis, Carmine Santelia, Simona Belliazzi, Rino Formisano… e io, Felice Iovino — o FX, per chi bazzica tra gli effetti e le scadenze.

Montiamo, smontiamo, rincorriamo il tempo e lo rimettiamo in ordine. O almeno, ci proviamo ogni fine settimana.


Quando le cose belle finiscono (ma non troppo)

È finita un’altra stagione.
Ma si sa: le cose belle non finiscono davvero. Si archiviano, si raccontano, e poi — con un po’ di fortuna e una buona sfogliatella — si ritrovano.