“Si ‘a paura fa 90 a dignità fa 180” canta Daniele Sanzone nella sua canzone “A camorra song’io”.
L’ho incontrato stamattina all’ottavo piano di una delle torri di Scampia, per pianificare il racconto per free&rebels.
E’ stato subito feeling, un continuo riscontro sulle varie forme di camorra, nei vari luoghi e nelle varie epoche.
In questo primo approccio mi ha parlato del suo rapporto con il padre, pittore e “direttore degli ‘A67” come amava definirsi, e dei valori che ti insegna il nucleo familiare, che alla fine, fanno la differenza in qualsiasi contesto, e che in qualche modo, assicurano una forma di immunità e di rispetto in quel mondo di spietata ferocia che era la Scampia in ostaggio dei clan. Daniele ritornato a casa da poco, vive proprio nella stanza che fu di suo padre, completamente ricoperta dalle sue opere d’arte, compreso il soffitto che raccoglie in sovrapposizione moltissime raffigurazioni.
Daniele, laureato in filosofia, è voce ed autore degli ‘A67 (che sarebbe nello slang napoletano la 167), il quartiere popolare tristemente noto in passato per le piazze di spaccio e le conseguenti faide per il controllo del territorio da parte dei vari clan.
La sua ribellione a quel sistema è rappresentata da quell’urlo che arriva diretto allo stomaco che è la sua musica.
Esordisce con un album nel 2005 A camorra song’io che è un feroce j’accuse non solo ai clan, ma anche allo Stato che ha latitato per troppo tempo in quei territori, e contro la cinica indifferenza di chi non vive quella quotidianità, quella di chi pronuncia la solita frase “tanto si ammazzano tra di loro” quando il sangue imbratta le strade del quartiere dimenticando che si tratta solo di persone, che spesso non hanno avuto nessun altra scelta.
A Daniele non piace la trasformazione del suo quartiere in “brand di marketing” avvenuto grazie alla trasposizione cinematografica (Gomorra) dei fatti sanguinosi avvenuti nell’arco di moltissimi anni e rappresentati in una contemporaneità che non rispecchia la realtà.
Mi ha salutato facendomi ammirare il Vesuvio, di fronte al suo letto, e leggendomi un brano del suo libro che a breve dovrebbe finire e mandare in stampa.
Tra qualche giorno avrò l’onore di girare il video di “A camorra song’io” a 15 anni dalla sua uscita, un testo che sento fortemente.
feliceiovino renegade free&rebel
All’ascensore mi ha parlato della sua esperienza musicale con Edoardo Bennato, un altro rebel che mi piacerebbe sentire. Con lui ha prodotto Accussì va ‘o munno, energia allo stato puro che ti fa dimenticare anche la dichiaratissima somiglianza con song2 dei blur.