dossier

Prima una campagna diffamatoria contro Fini, senza esclusione di colpi, anzi a “colpi di dossier”, racimolati dai servizi, adesso il serpente striscia tra le file dei Finiani, insinuandosi, trasformandosi, offrendo privilegi, realizzazioni di piccoli sogni di potere, perchè se c’è qualcosa che conosce bene Silvio da Capaci è l’animo umano e le sue debolezze. Non credo che tra i Finiani ci siano tutte queste virtù, in fondo sono stati a rimorchio per 20 anni, ed il panorama ed il sistema elettorale italiano non consentono di avere più di un paio di cervelli pensanti, tutti gli altri sono yesmen di inesistente spessore, cosi credo che qualcuno alla fine cederà alle tentazioni del serpente (è la sua icona preferita),  che ha come principio assoluto “ogni uomo ha un prezzo”.
Di casi simili ce ne sono stati tantissimi in passato. Ricordo un Bossi inferocito che lo chiamava mafioso e che precludeva qualsiasi strada di accesso alla moderazione, ed un Berlusconi che annunciava “mai piu con Bossi”. Dopo poche ore Bossi e Berlusconi camminavano in canottiera nella tenuta in sardegna di Silvio. 
La faccenda di Fini è diversa. Silvio lo vuole sotterrare, isolare. Metterà a ferro e fuoco la tenuta delle amicizie all’interno del gruppo dei finiani finchè non la spunterà ed avrà i numeri per governare. Silvio è scaltro, è un serpente, conosce il potere, conosce gli uomini e le loro brame,  e sinceramente tra gli scanni del prlamento attualmente di principi ce ne sono davvero pochi e non credo che Fini, a parte qualche caso davvero eccezionale, ce la possa fare.
La mia speranza è quella di essere smentito.
fiov

il vero regalo di bossi agli italianiBossi e Berlusconi, da veri incoscienti, e poco abituati alla forma democratica inneggiano continuamente al voto, confermando la vera natura di questa coalizione di destra che ha portato l’italia da 16 anni (insieme ad una falsa opposizione)  nel baratro più assoluto.
Come da copione, assistiamo al passare inerte del tempo, senza che nessuno alzi un dito per fermare il treno italia (alleggerito dei soldi veri che in mancanza di controlli sono spariti per i paradisi fiscali), che velocissimamente corre verso il “default”. Si mancano le elezioni per accellerare ancora un po e per provocare ancora piu danni.
Gli altri paesi corrono, la Germania è la vera locomotiva, l’italia fa l’ultima carrozza con il freno di emergenza tirato. I nostri freni si chiamano Silvio Berlusconi e Lega Nord. Il primo ha a cuore solo i suoi processi ed il suo patrimonio, la seconda ha a capo un soggetto, Bossi, che con il tricolore ci si “pulisce il c…o e lo brucia a favore dei popoli padani”.
Quindi abbandoniamo ogni speranza che ci sia una volontà di recupero da parte dei due soggetti in questione della questione italia.
Il nostro è un treno senza guida, impazzito.
Grazie alla demagogia e la macchina di propaganda del regime, anche questa volta dovremo stare attenti.
Non bisogna cadere nel out out berlusconiano del voto a tutti i costi e subito. Bisogna prima modificare la legge lelttorale e creare una legge che riequilibri uno straccio di informazione televisiva degna di essere chiamata informazione e non propaganda.

Poi, viste le sorprese delle scorse elezioni, bisogna preparare una macchina elettorale predisposta a neutralizzare gli eventuali brogli, con Silvio c’è poco da fidarsi.

Al presidente della Camera, Gianfranco Fini, ci mancava solo l’intervista al settimanale A di VIttorio Sgarbi, che racconta “anche io e la Russa frequentavamo la Tulliani”. Ora il quadro è più che completo. Una chiacchierata del critico d’arte con la direttrice, Maria Latella, che non spicca per eleganza ma aggiunge un pezzo di storia non ignorabile al Montecarlo gate.
Ebbene sì. Sgarbi confessa: l’attuale compagna di Fini “frequentava anche me e il collega di partito di Fini, Ignazio La Russa”.

Vittorio Feltri usa la mano pesante contro Famiglia Cristiana: ‘Va allo sbaraglio ……….sbraita dal suo pulpito sempre piu’ piccolo………partecipa con foga alla rissa politica come un qualsiasi fogliaccio di partito’.

A Vittorio Feltri rispondo che è l’ultima persona al mondo a poter parlare di deontologia dell’informazione in quanto palesemente al servizio non del giornalismo e dell’informazione, ma del suo unico padrone Berlusconi.
Feltri non farebbe il direttore in nessun altro giornale o altro organo di informazione, senza che Silvio vi abbia messo le sue mani sopra.
Abbia almeno la bonta di starsene zitto e mimetizzarsi (se proprio non ce la fa ad impiccarsi (giornalisticamente))